Partecipiamo..it...vai alla home page

 

Apprendi come gestire la prossemica

— di Massimo Carrozza,  2004 —

 

   Tutti noi, intorno al nostro corpo abbiamo uno spazio, una distanza che ci avvolge, ci separa e ci protegge dal resto del mondo.

   Lo spazio che sussiste tra noi e gli altri non è neutro, se infatti una persona si avvicina ”troppo” a noi, cominciamo a sperimentare particolari stati psico-fisici o variazioni emotive come ad esempio “fastidio” o “imbarazzo” e reagiamo di conseguenza ripristinando le “giuste” distanze, così come, se si allontana “troppo” da noi.

   Il più delle volte comunichiamo, agiamo e reagiamo, mettiamo e ripristiniamo distanze, senza esserne consapevoli.

   Lo spazio che ci separa dagli altri è uno spazio mentale che esiste nella nostra mappa del mondo ed è chiamato spazio prossemico o bolla prossemica perché si sviluppa tutta intorno a noi.

   Se ad esempio chiamate una persona e questa per rispondervi vi si avvicina, si fermerà da voi ad una particolare distanza, questa distanza è il suo spazio prossemico, ossia quella particolare distanza mentale e relazionale che desidera avere da voi. Se provate ad avvicinarvi ancora, ad invadere cioè il suo spazio, questa probabilmente farà passi indietro ripristinando la distanza che desidera, inconsciamente senza esserne cioè consapevole. Se, al contrario, vi allontanate, abbandonate cioè il suo spazio relazionale, questi si avvicinerà ripristinando la distanza. Se poi, questa persona, per qualche ragione non riesce a ripristinare il proprio spazio relazionale, sperimenterà consapevolmente particolari stati psicofisici come il fastidio e cercherà di sottrarsi in qualche modo alla distanza e quindi al rapporto.

   Da questo piccolo esperimento capiamo quanto la distanza tra noi e gli altri sia importane e quanto queste distanze siano diverse da persona a persona.

   Con i nostri amici le distanze sono molto ridotte, con il nostro partner si riducono fino al contatto fisico, con gli estranei, sono molto grandi.

   Possiamo facilmente verificare quindi come le distanze e le reazioni siano diverse quando ci facciamo avvicinare o ci avviciniamo ad un uomo o ad una donna, conoscente, estraneo, amico, partner ed ancora da davanti, di lato o da dietro.

   Costruite la vostra bolla prossemica con l’obiettivo di dare delle misure precise agli spazi che intercorrono tra voi e gli altri, mettetevi fermi in un punto del pavimento e fatevi avvicinare da una persona (Partner, amico, estraneo), da davanti, di lato e da dietro, a partire da una distanza di tre metri. Sperimentate tutte le sensazioni e gli stati, quando sentite fastidio bloccate la persona e scrivete su un foglio la distanza corrispondente. Prima da davanti, poi di lato ed infine da dietro. Avrete costruito il vostro spazio relazionale, o bolla prossemica, con quella particolare persona, e potrete sperimentare come quelle siano proprio le distanze che “normalmente” tenete con quella persona e verificate poi come quegli spazi siano dipendenti dal rapporto che avete con quella persona, ad esempio se siete in sintonia, le distanze tenderanno a diminuire, viceversa ad aumentare.

   Ma ancora più interessante è rendersi conto che un istante prima di avvertire consapevolmente variazioni emotive, alle variazioni di distanza, in noi o negli altri, per le invasioni o abbandoni della bolla prossemica, il nostro corpo e/o quello degli altri, le comunica attraverso modificazioni non-verbali, come irrigidimenti muscolari, modificazioni di postura, variazione della respirazione e altre.

   Ripetete l’esercizio avvicinandovi voi questa volta, partendo da una distanza di tre metri, ad una persona ferma in un punto del pavimento, ed osservate micro-modificazioni non verbali nell’altro, e… con un po’ di pratica sarete in grado di determinare, un istante prima che l’altro ne sia consapevole, quale sia la distanza giusta e critica, oltre la quale diventate troppo vicini o troppo lontani.

   Secondo gli studi, iniziati sugli animali, e poi condotti sull’uomo, le distanze relazionali possono essere condensate in tre gruppi, intime da 0 a circa 30 cm, amicali fino a circa 1 metro, fino ai 3 metri sociali, oltre questo limite non si registra influenza.

   Le applicazioni pratiche sono molteplici, pensiamo a quanto, per entrare in rapporto con una persona, sia importante rispettare le sue distanze: se ci avviciniamo troppo, o troppo poco, potrà pensare ad esempio che “a pelle” non gli siamo simpatici.

   Possiamo imparare, inoltre, non solo a rispettare, ma ad invadere consapevolmente le “bolle” degli altri, l’obiettivo in questo caso potrebbe essere ad esempio quello di produrre un cambiamento di stato psico-fisico.

   Un insegnante di scuola può ad esempio imparare a gestire, invadere o abbandonare, la bolla prossemica dei suoi allievi per accentuare un comportamento od inibirlo. Tra partner si può imparare a gestire, invadere o abbandonare, la bolla prossemica per produrre emozioni nell’altro.

   Pensate, inoltre, come normalmente e inconsapevolmente invadiamo le bolle degli altri, ad esempio per intimidire…!!!