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Assertività: come essere se stessi mantenendo rapporti costruttivi.

(Ne istrice ne zerbino!)

 di Santino Gattuso

 


 

La maggioranza delle persone nelle relazioni sociali spesso oscilla, con il proprio comportamento, fra due estremi: alcune pensano che tutto va bene, non si mettono mai in discussione, assumono un comportamento tranquillo ed evitano il confronto e il conflitto a tutti costi; altre assumono una eccessiva aggressività intimorendo gli altri, mettendoli in soggezione, lamentandosi se qualcosa non va anche in modo scorbutico o addirittura violento. Non esitando a urlare, gettare oggetti in aria e fare qualsiasi cosa per raggiungere i propri obiettivi.
 

Fra questi due estremi chiaramente poco adatti a creare buoni rapporti, esiste una via di mezzo: l’ “assertività.”

 Questa parola viene dal latino “ ad serere”, condurre a sé.

 

Ma vediamo che cos’ è l’assertività.

 

L’assertività è una tecnica ed in quanto tale, può essere appresa e con la pratica puo essere migliorata!

 

 L' “assertività” è la capacità di esprimere i propri sentimenti, scegliere come comportarsi in un dato contesto, difendere i propri diritti quando necessario, aumentare la propria autostima, sviluppare una sana dose di sicurezza in se, esprimere serenamente un’opinione di disaccordo quando si ritiene opportuno, portare avanti i propri piani che richiedono una modifica dei propri comportamenti ed infine saper chiedere agli altri di modificare i loro comportamenti quando vengono percepiti come fuori luogo o offensivi. Tutto questo, naturalmente, va fatto in modo propositivo, costruttivo e positivo.

 

E’ uno stile comunicativo che permette all'individuo di esprimere le proprie opinioni, le proprie emozioni e di impegnarsi a risolvere positivamente le situazioni e i problemi. Non esiste una risposta assertiva definibile in modo assoluto, essa deve essere valutata all'interno della situazione sociale ed è un processo continuo di aggiustamento della propria performance comunicativa.

 

L'assertività è un modo di comunicare che nasce dall'armonia tra abilità sociali, emozioni e razionalità senza necessariamente modificare la propria personalità.

 

In questa integrazione entra in gioco l'aspetto neurovegetativo per le emozioni, quello motorio - volontario per i gesti e le azioni ed infine quello corticale - cognitivo per i pensieri e le verbalizzazioni. Tra questi tre aspetti della personalità esiste un rapporto di interdipendenza per cui migliorare l'assertività significa agire su ognuno dei tre. Non è importante solamente conoscere le tecniche per migliorare l'assertività, ma occorre sviluppare nuove abitudini di comportamento e perfezionare l'educazione dei sentimenti e delle emozioni.

 

La struttura concettuale dell'assertività è l'ordine che ciascuno pone nella propria vita, quando con maggiore consapevolezza pensa a se stesso e interagisce con le altre persone. Questo modo di agire permette di stabilire un rapporto attivo e intelligente che si basa sulla valutazione corretta della situazione e sull'avere a disposizione i mezzi adeguati per poter scegliere la soluzione più appropriata. Il costrutto dell'assertività è costituito dall'idea di libertà come capacità di affrancarsi dai condizionamenti ambientali negativi, comprende: la conoscenza di sé e della propria personalità, il saper riconoscere e criticare le idee irrazionali che generano e mantengono i disagi e i disturbi emotivi ed infine la teoria dei diritti assertivi (in ciò è inclusa l'idea della reciprocità ovvero il medesimo diritto di comunicare desideri e convinzioni e di perseguire obiettivi individuali viene riconosciuto anche agli altri); Ma è costituito anche dalla forma dell'assertività, ovvero la capacità di esprimersi in modo più evoluto ed efficace, tradotta quindi in abilità non verbali e verbali, e, più in generale, in competenza sociale.


Caratteristiche del tipo aggressivo
 

Il soggetto con questo stile è una persona che non rispetta i limiti degli altri, è concentrato sui propri desideri senza badare a coloro che gli sono intorno. Per fare questo utilizza qualsiasi mezzo a propria disposizione, anche distruttivo e violento. La tendenza è quella di dominare gli altri e l'unico obiettivo che si pone è il potere personale e sociale. Alla base di questo tipo di comportamento vi sono ancora delle componenti d'ansia accompagnate però da rabbia e ostilità. C'è anche un disprezzo degli altri e un mancato riconoscimento della dignità altrui.

 

Caratteristiche del tipo passivo

 

Il soggetto con uno stile di comunicazione passivo pensa più ad accontentare gli altri che non se stesso, è facilmente influenzabile e subisce le situazioni senza opporsi. È un soggetto che ha un'elevata ansia sociale, che non riesce ad esprimere adeguatamente i propri bisogni e le proprie esigenze. Il suo obiettivo è ottenere il consenso di tutti ed evitare qualsiasi forma di contrasto con gli altri. Nel breve termine questo tipo di atteggiamento è utile per ridurre l'ansia, ma finisce col limitare notevolmente la capacità dì azione della persona. Alla base di questo atteggiamento vi sono spesso sensi di colpa associati ad una forte componente ansiosa.

 

I livelli dell'assertività

 

Si struttura in cinque livelli ognuno dei quali ne definisce un aspetto. Il primo livello è costituito dalla capacità di riconoscere le emozioni, il cui obiettivo riguarda l'autonomia emotiva e la percezione delle emozioni senza il coinvolgimento negativo legato alla presenza di altre persone (arrossire, balbettare, vergognarsi, ecc.). Il secondo livello è costituito dalla capacità di comunicare emozioni e sentimenti, anche negativi, attraverso molteplici strumenti comunicativi, riguarda la libertà espressiva, il controllo delle reazioni motorie senza che queste siano alterate o inibite dall'ansia e dalla tensione. Al terzo livello troviamo la consapevolezza dei propri diritti e la capacità di avere rispetto per sé e per gli altri. Ciò ha un ruolo centrale nella teoria dell'assertività in quanto la distinzione tra i comportamenti aggressivi, passivi e assertivi si fonda sui diritti e sul principio di reciprocità. Il quarto livello è rappresentato dalla disponibilità ad apprezzare se stessi e gli altri (come dice Berne io sono ok tu sei ok.

 

Questo implica la stima di sé e la capacità di valorizzare gli aspetti positivi dell'esperienza con una visione funzionale e costruttiva del proprio ruolo sociale. L'ultimo livello è relativo alla capacità di auto-realizzarsi e poter decidere sui fini della propria vita. Per raggiungere tale obiettivo è necessario possedere un'immagine positiva di se stessi, fiducia e sicurezza personale. Il possedere tali caratteristiche comporta una maggiore capacità di autocontrollo, di intervento sulle situazioni e di soluzione dei problemi, un "ambiente interno" rilassante che permette di percepire le difficoltà non come occasioni negative di frustrazione, ma come ostacoli da superare abilmente. Gli obiettivi dei vari livelli vengono raggiunti intervenendo sia sull'aspetto concettuale, di contenuto, sia sull'aspetto tecnico, riguardante il modo di agire e di comunicare.

 

Tempi della comunicazione assertiva emozionale

 

Il tempo di reazione emozionale (Emotional Reaction Time, ERT) misura il tempo necessario per trasformare un’emozione in un comportamento reale e pratico. I soggetti con alti livelli di ERT sono in grado di “prendere provvedimenti adeguati” ogni volta che esperiscono emozioni forti (positive o negative che siano).

 

I provvedimenti positivi sono ad esempio la capacità di capire cosa ha provocato l’emozione positiva e come ripetere tale condizione, mentre i provvedimenti negativi sono le reazioni alle situazioni che ci provocano disagio emozionale e la loro eliminazione o riduzione d'impatto sul nostro vissuto.
Il livello più basso di ERT è la mancanza assoluta di collegamento tra i comportamenti quotidiani e le emozioni vissute, il che provoca una rapida dissoluzione dell’integrità psicologica, l’annullamento del sé e la posticipazione continua di un percorso di crescita personale.

 

Come evidenzia Trevisani (Leadership Emotiva, in pubblicazione):

 

"Devi sviluppare le tue capacità di reagire per ripristinare uno stato emotivo che desideri ed evitare di vivere a lungo all’interno di vissuti emotivamente negativi. Non puoi “vibrare” fuori dal tuo ritmo a lungo, rischi l'annullamento della tua identità, il distacco tra quello che senti interiormente e quello che fai ogni giorno. La vita è troppo preziosa per rischiare di perderne anche solo un singolo attimo. Non è possibile vivere a lungo in una dimensione che non ti appartiene".

 

"Per essere pienamente efficiente devi reagire. Puoi trovarti in difficoltà nel dare un taglio netto a situazioni e rapporti che non gradisci, o nel far rispettare il tuo ruolo di leader. Ma non deve durare a lungo. Cambiare è possibile".

 

 Spunti di riflessione:

 

  • Fai un veloce “check-up” dei tuoi comportamenti quotidiani rispetto ai contesti sopra indicati.  Con quanti di questi ti identifichi di più, in quale aree vorresti migliorare?
  • Hai la sensazione di reagire a volte in modo troppo aggressivo oppure troppo passivo durante le tue giornate lavorative?  E nella vita privata?
  • Diresti che le persone a volte si approfittano della tua gentilezza oppure della tua disponibilità?  Hai un comportamento eccessivamente passivo? O magari noti che il tuo comportamento tende ad essere eccessivamente aggressivo?
  • Diresti che a volte soffri di sensi di colpa per aver reagito in modo eccessivamente aggressivo verso un collega, un fornitore, o in famiglia? 
  • Cosa potresti fare concretamente per trovare un modo più assertivo di rapportarti con gli altri?