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Camillo Berardi |
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Il Pianeta Maldicenza - manifesto 2012 | |||||||
LA CITTA’ DI L’AQUILA NELLA FESTIVITA’ LAICA DI SANT’AGNESE: | |||||||
UN SANTUARIO DELLE MALELINGUE O UN TEMPIO DELLA SANA MALDICENZA E DELLA PARRESIA ? | |||||||
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Annullo filatelico per festa folkloristica di Sant'Agnese a L'Aquila | |||||||
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Le due immagini illustrano la copertina del libretto e del cd "Sant'Agnese jugulata" e rappresentano l'emblema delle malelingue aquilane così descritto nella "Toponomastica storica della città di Aquila": “Grande mascherone in pietra, con la lingua di fuori, ubicato al piano alto del palazzo Cammelli, angolo via Roma - via Santa Teresa, L’Aquila”. “Trattasi di un emblema figurativo che gli antichi usavano mettere sui muri esterni, avvertimento per coloro i quali avessero la turpe abitudine della bestemmia. Il popolo aveva la credenza che al bestemmiatore si seccasse la lingua”. |
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Clicca per ascoltare il canto " Sant'Agnese Jugulata" eseguito
congiuntamente
dall' Associazione Polifonica Tempera (AQ) e dal Coro Polifonico di Marruci (AQ). |
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E' alle porte la festività pagana di
Sant'Agnese e la città di L'Aquila, si appresta diventare
nuovamente, per qualche giorno, "Regina e Capitale della
Maldicenza". Più di duecento confraternite cittadine sono in
fermento per celebrare il tradizionale evento e riunirsi in allegre
e festose conviviali per lasciarsi andare ad una libera, divertente
e frivola "maldicenza". A colpi di mordaci e caustiche "lencuate", i
confratelli agnesini di ogni congrega si contenderanno le
goliardiche cariche della pettelaria, del pettegolezzo e della
maldicenza. A fianco della festa popolare, assai sentita dalla quasi
totalità degli adepti agnesini, non mancheranno manifestazioni
colte, organizzate da un'associazione culturale nata all'interno di
una congrega cittadina, che, con diverse iniziative, nell'ambito del
"Pianeta Maldicenza", si sforza di promuovere e far conoscere
l'adeguato e corretto significato della "maldicenza" cittadina che
consiste nel "dire il male" e non nel "dire male"...
• "A lo parlare agi mesura" (misura le parole). Il motto è riportato
nella celebre "Lapide delle malelingue" teramana, realizzata nel XV
secolo, conservata nella Sala Consiliare del Comune di Teramo.
In conclusione, mettendo, finalmente, da parte le dotte disquisizioni semantiche sulla "Maldicenza", con la consapevolezza che la "diffusione delle voci" è un fenomeno antico stimolante, seducente e molto contagioso, con la "benedizione laica" di Sant'Agnese, celebriamo spassionatamente questa festa gustosa e genuina che si svolge sempre in un clima "trasgressivo" di festosa allegria, fra numerosi gruppi di amici, all'insegna della burla e delle malelingue sciolte più pungenti e più affilate. Camillo Berardi |
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Questa immagine rappresenta la "Lapide delle malelingue" teramana, murata sulla parete di un edificio medievale, fotografata prima della demolizione del palazzo. Dopo l'abbattimento dell'edificio la celeberrima lapide è stata recuperata e collocata nella sala consiliare del Municipio di Teramo. E' opportuno osservare che questo emblema non ha nulla a che vedere con la festa aquilana della Sant'Agnese laica. Il bassorilievo in pietra scudiforme, del XV secolo, raffigura due teste umane contrapposte con le lingue sporgenti, trafitte dalle punte di un un compasso da marangone; sul cartiglio in pietra che sovrasta lo scudo è inciso il motto: "A lo parlare agi mesura" ( = Misura le parole). L'emblema della città di Teramo, estraneo alla sagra della maldicenza aquilana, si riferisce ad un efferato episodio storico avvenuto nel capoluogo aprutino il cui dominio era conteso da due fazioni rivali: i "Melatinisti" e gli "Antonellisti". |
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La "Lapide delle malelingue" |
La "Lapide delle malelingue" |
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Come si presenta oggi
nella sala consiliare del |
Teramana in una stampa d'epoca |
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SANT’AGNESE JUGULATA |
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Versi di Alarico Bernardi - Musica, armonizzazione ed elaborazione corale di Camillo Berardi |
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Sant’Agnese jugulata la reggina ‘e lla lencua e ju sfotto’. Sant’Agnese reprecata ‘na pipìzzela che non se’ po’ frena’.
A mezza strai, fra storia e tradizio’, a L’Aquila te ‘nfrocio Sant’Agnese che se rencora pe’ lla deozio’, sintita da lla gente ‘e ‘stu paese! “Quistu che pare propriu ‘nu borghittu, è ‘na città borghese da ‘na freca!” So’ pricisatu co’ ‘nu sorrisittu, tantu ‘nguastita da non fa’ ‘na piega!
Sant’Agnese jugulata la reggina ‘e lla lencua e ju sfotto’. Sant’Agnese reprecata ‘na pipìzzela che non se’ po’ frena’.
“Girenno pe’ ‘ste rue, mopa e rattusa, me so’ ‘ncontrata co’ lla Maldicenza che, pirchipètela, striscea sgaliusa e tutti ji faceano riverenza!” Pocu cchiù abballe, pe’ lla stessa via, Pettegolezzo ‘icea ‘na fessaria: “Fasse ji fatti se’! Non esse’ spia!” Ma è chiacchiara’ che provoca gulìa!
Sant’Agnese jugulata la reggina ‘e lla lencua e ju sfotto’. Sant’Agnese reprecata ‘na pipìzzela che non se’ po’ frena’.
S’attecchia co’ rapìa ‘na mala lencua zozza, ironizzènno sempre su chi lla tene mozza!
Sant’Agnese jugulata la reggina ‘e lla lencua e ju sfotto’. Sant’Agnese reprecata ‘na pipìzzela che non se’ po’frena’. |
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SANT’AGNESE SGOZZATA |
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(traduzione in lingua) |
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Versi di Alarico Bernardi - Musica, armonizzazione ed elaborazione corale di Camillo Berardi | |||||||
Sant’Agnese sgozzata La regina della lingua e dello sfottò. Sant’Agnese ripregata Una favella che frenare non si può.
A mezza strada, fra storia e tradizione, a L’Aquila t’incontro Sant’Agnese che si rincuora per la devozione, sentita dalla gente di questo paese! “Questo che sembra proprio un borghetto, è una città borghese da molto tempo!” Ho precisato con un sorrisetto, tanto arrabbiata da non fare una piega!
Sant’Agnese sgozzata la regina della lingua e dello sfottò. Sant’Agnese ripregata Una favella che frenare non si può.
“Girando per queste stradine, rattristata e libidinosa, mi sono incontrata con la Maldicenza che, pettegola, strisciava sgallettata e tutti le facevano riverenza!” Poco più avanti, per la stessa via, Pettegolezzo diceva una fesseria: “Farsi i fatti propri! Non essere spia!” Ma è chiacchierare che provoca golosità!
Sant’Agnese sgozzata la regina della lingua e dello sfottò. Sant’Agnese ripregata una favella che frenare non si può.
Si ascolta con desiderio irrefrenabile una mala lingua sozza, ironizzando sempre su chi la tiene mozza!
Sant’Agnese sgozzata la regina della lingua e dello sfottò. Sant’Agnese ripregata una favella che frenare non si può. |
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La secolare commemorazione di Sant’Agnese a L’Aquila, il 21 gennaio, non ha nulla a che vedere con il culto religioso della giovane Santa martirizzata intorno all’anno 250 d.c., ma è un’occasione per incontrarsi in allegre e festose conviviali, animate e pervase dal pettegolezzo e dalla maldicenza. La singolare Santa aquilana, nelle sue vesti prettamente laiche - protettrice delle malelingue, dei pettegoli e dei linguacciuti - secondo la tradizione, prima di essere decapitata fu sgozzata, “jugulata”, per impedirle di parlare. Il componimento “Sant’Agnese jugulata” è ispirato alla singolare, quanto avvincente, festa che il 21 gennaio di ogni anno trasforma la città di L’Aquila nella trasgressiva “Capitale della Maldicenza”. |
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Il celeberrimo mascherone aquilano collocato nel piano alto del palazzo Cammelli | |||||||
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Le Malelingue | |||||||
Elenco di alcune confraternite agnesine aquilane | |||||||
Clicca per visualizzare l'elenco | |||||||
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Le Malelingue | |||||||
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Le Malelingue | |||||||
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ALTRO EMBLEMA AQUILANO DELLE MALELINGUE | |||||||
Questo antichissimo emblema è collocato, in bella vista, nella struttura absidale esterna della Chiesa di Santa Maria Paganica a L'Aquila. La scultura raffigura la grande testa di un uomo con la lingua sporgente e simboleggia un ammonimento a parlare poco e con prudenza: "Lega la tua lingua affinché non straripi" (il fiume che tracima dal letto porta melma). |
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"Emblema aquilano delle malelingue" | |||||||