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Pagina preparata da Umberta Ortelli

Vi inseriamo le risposte dei nostri lettori alla domanda:

che cos'è la vita secondo voi

" Vita...cos'è la vita."

 

Esiste una risposta a questa  domanda?
Se qualcuno me la rivolgesse, francamente, almeno io, non saprei come rispondere.
Vita..parola che si pronunzia in un soffio brevissima, come breve ci  apparirà quando arriveremo al suo epilogo.
Ci avvolge nelle sue spire, siamo da lei assorbiti, in lei nasciamo, in lei finiamo, ma, per quanto se ne possa parlare, è un mistero per noi stessi.
Il Grande Dizionario Garzanti così spiega alla voce " Vita " :
Stato di attività naturale di un organismo che mette in moto e coordina
le funzioni inerenti alla sua conservazione, sviluppo e riproduzione e alle sue relazioni con l'ambiente"

 

Riflessione sulla magia chiamata Vita.

La vita ci è maestra, genitrice, amica.

E' lo spazio in cui disegniamo la nostra essenza e la coloriamo con le sfumature delle nostre emozioni.

La vita è l'espressione della genialità sublime a cui diamo nomi diversi: Dio, Buddha, Maometto, Casualità.

La vita è l'occasione più grande che abbiamo per imparare a conoscere l'oltre, nel quale rispecchiamo il noi.

Romana Prostamo

 

 

Non è così semplice definire la vita, ma il dizionario una definizione deve pur darla.
E' competizione, realizzazione del'IO, interazione con tutti noi viventi o  isolamento, solitudine, emozione, imprevisto, amore, odio, gioia, dolore, aspettative, sogni, passato, futuro e molto altro ancora.
Sono infiniti i termini per descrivere una vita, ma non per spiegarci cos’è la vita.
E' una recita: siamo primi attori, comprimari, figuranti, allestitori della nostra stessa scena, produttori, registi?
Tutto si intreccia come in scene preordinate dove vengono giocati il senso ed il significato del vivere.

 

Dipinto di Rassouli

 

Non ci soffermiamo a porci domande, assorbiti dal nostro quotidiano, dove prendono corpo tante vicende personali e di altri.
I giorni si susseguono a volte monotoni, infarciti di abitudini che si visualizzano con uguali gesti, azioni cadenzate dagli orari, dal nostro salire sul palco per rifare, sempre, la stessa scena. Possono cambiare le parole, alla fine ci si trova in un appiattimento scontato che mette sotto la cenere sentimenti profondi, emozioni, pensieri.
Ci si scuote, si cerca un qualcosa di diverso, un magico rituale che ci risvegli.

 

Un suggestivo esempio lo si legge nel racconto di Antoine de Saint - Exupèrie; " Il Piccolo Principe " .  Questa fiaba racconta la storia di un piccolo principe proveniente da un pianeta lontano che va in giro per l'Universo ed incontra personaggi diversi che gli insegnano il senso della vita. Si incontra con la volpe e, nel colloquio c’è...

 

 

«Che cos’è un rito? – disse il piccolo principe. Anche questa è una cosa da tempo dimenticata – disse la volpe. Un rito è quello che fa un giorno diverso dagli altri giorni, un’ora diversa dalle altre ore.
C’è un rito, per esempio, presso i miei cacciatori. Il giovedì ballano con le ragazze del villaggio.

Allora il giovedì è un giorno meraviglioso! Io mi spingo sino alla vigna. Se i cacciatori ballassero in un giorno qualsiasi, i giorni si assomiglierebbero tutti, e non avrei mai vacanza».
( Dal Web )

Quanti hanno ragionato, scritto, declamato sulla vita: scienziati, fisici, matematici, artisti, filosofi, scrittori , poeti.
Fiumi di parole, nozioni, studio delle molecole, del gene, del DNA, tutto per capire: cos’è la vita.
La vita è un caleidoscopio di realtà personali, eventi, sentimenti, ognuno di noi ha la propria esistenza in cui soffre, gioisce, decide, ma il destino?

 

Per gli antichi Greci era tessuto dalle PARCHE :

 

 
 

 
 

Le tre vecchie, raffigurate in questo dipinto del 1550 di Francesco Salviati, sono le tre Parche, divinità della mitologia romana e greca, per i greci erano le Moire, dalle quali dipendeva il destino di ogni uomo. Le loro decisioni erano inappellabili, per questo non venivano mai colpite dall’ira degli dei.
 Secondo il mito la prima : Cloto,  filava il filo della vita, la seconda: Lachesi, lo svolgeva e la terza: Atropo, lo tagliava ponendo fine all’esistenza. Le loro decisioni erano irrevocabili e nemmeno gli dei potevano interferire.
La particolarità di quest’opera dell’artista fiorentino è il gioco di sguardi che lega le due parche in primo piano: Lachesi tende il filo con aria rassegnata e remissiva, mentre Atropo l’abbraccia,come per immobilizzarla, apprestandosi a tagliarlo con sguardo deciso. La terza parca è nello sfondo ed ha uno sguardo sgomento e perplesso.
 Il dipinto è dominato da un’atmosfera cupa, quasi sinistra, e da una certa morbosità che traspare dalle due figure principali, come se si aprisse uno spiraglio su certe pulsioni inconfessabili, sul rapporto che lega una figura dominante ed un’altra remissiva, due concetti che in tempi molto più recenti verranno definiti come:  sadismo e masochismo
“  

Cosa si ricorda pensando all’infanzia: le favole. Hanno condotto il nascere della nostra fantasia con il sottofondo della dolce voce di una mamma, di una nonna che ci portavano nel magico mondo delle  FATE

 

 

Il termine FATA deriva dal latino fatus.

 

Le fate possono agire sul destino degli uomini, influenzandolo negativamente o positivamente.
In Irlanda esiste una tradizione per cui, alla nascita di un bambino, si allestisce un banchetto, detto, appunto: "banchetto delle fate". Il banchetto le attira all'interno della casa dove dovrebbero notare il neonato e prenderlo sotto la propria protezione. Non sempre, però, le fate sono benevole e gentili,come nelle favole che abbiamo sentito raccontare. Chi non ricorda: 

 

" LA BELLA ADDORMENTATA NEL BOSCO "

La fata potrebbe decidere di influenzare NEGATIVAMENTE la vita di un bambino.
Nel Medioevo le madri venivano ammonite di non lasciare mai incustodito il neonato, altrimenti la fate lo avrebbero rapito, sostituendolo con un bambino fatato, malaticcio. “
( Dal Web )
Usciamo dalla fantasia, è un aspetto della vita, rivolgiamoci alla filosofia.

 

 

PLATONE

 

La Vita contemplativa e la Vita pratica e i loro rapporti

 

" 1. Due sono i tipi di vita, l'uno contemplativo, l'altro pratico: la componente fondamentale della vita contemplativa risiede nella conoscenza della verità, quella pratica nel fare quanto è indicato dalla ragione. Degna di grande onore è certo la vita contemplativa, conseguente ad essa, ma necessaria, la vita pratica: che sia così, diverrà chiaro in seguito.
2. La contemplazione è dunque l'attività dell'intelletto che pensa agli intelligibili, l'azione invece è l'attività dell'anima razionale che si esplica attraverso il corpo."
 ( Dal Web )

 

IL MOSE’ di Michelangelo. Roma : San Pietro In Vincoli

Il Mose' dallo sguardo " terribile", tra le sorelle Lia e Rachele, che rappresentano la vita contemplativa, e la vita attiva.

 

PITAGORA

 

Pitagora:  “  il destino è garante della legge e della misura.”

 

Così Diogene Laerzio ci parla della vita di Pitagora:

"  Pitagora era solito dire che la vita è simile ad una panegiria: come infatti alcuni partecipano a questa per lottare, altri per commerciare, altri ancora - e sono i migliori - per assistervi, così nella vita, diceva, alcuni nascono schiavi della gloria e cacciatori di guadagno, altri filosofi della verità.
E così stanno queste cose.
 Questi i precetti generali di Pitagora. Ci vieta di pregare per noi stessi perché non sappiamo che cosa ci sia utile. Chiama l'ubriachezza, in una parola, danno, e condanna ogni eccesso, che nessuno deve oltrepassare la giusta proporzione sia nel bere che nel mangiare. E intorno ai piaceri venerei così si esprime: "Coltiva i piaceri d'amore d'inverno, non d'estate: d'autunno e di primavera essi sono più lievi, ma gravi in ogni stagione e non buoni per la sanità fisica." Eppure interrogato una volta quando si debba coire, si dice che abbia risposto: "Quando si vuole essere più deboli di se stessi
". ( Dal Web )

 

BENEDETTO  CROCE

 

 

Dai “ TACCUINI “ marzo 1944 in “ Scritti e discorsi politici. Vo l  I

“  ... e su questo terreno, traballante a ogni passo, dobbiamo fare il meglio che possiamo per vivere degnamente, da uomini, pensando, operando, coltivando gli affetti gentili; e tenerci sempre pronti alle rinunzie senza per esse disanimarci »

 

 

Chi ci spiega cos'è la vita, mirabilmente con tanta dolcezza e religiosità se non il Poverello di Assisi.

 

SAN FRANCESCO

 

 

IL CANTICO DELLE CREATURE

 

Altissimu, onnipotente bon Signore,
Tue so' le laude, la gloria e l'honore et onne benedictione.

Ad Te solo, Altissimo, se konfano,
et nullu homo ène dignu te mentovare.

Laudato sie, mi' Signore cum tucte le Tue creature,
spetialmente messor lo frate Sole,
lo qual è iorno, et allumeni noi per lui.
Et ellu è bellu e radiante cum grande splendore:
de Te, Altissimo, porta significatione.

Laudato si', mi Signore, per sora Luna e le stelle:
in celu l'ài formate clarite et pretiose et belle.

Laudato si', mi' Signore, per frate Vento
et per aere et nubilo et sereno et onne tempo,
per lo quale, a le Tue creature dài sustentamento.

Laudato si', mi' Signore, per sor Aqua,
la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta.

Laudato si', mi Signore, per frate Focu,
per lo quale ennallumini la nocte:
ed ello è bello et iocundo et robustoso et forte.

Laudato si', mi' Signore, per sora nostra matre Terra,
la quale ne sustenta et governa,
et produce diversi fructi con coloriti flori et herba.

Laudato si', mi Signore, per quelli che perdonano per lo Tuo amore
et sostengono infirmitate et tribulatione.

Beati quelli ke 'l sosterranno in pace,
ka da Te, Altissimo, sirano incoronati.

Laudato si' mi Signore, per sora nostra Morte corporale,
da la quale nullu homo vivente po' skappare:
guai a quelli ke morrano ne le peccata mortali;
beati quelli ke trovarà ne le Tue sanctissime voluntati,
ka la morte secunda no 'l farrà male.

Laudate et benedicete mi Signore et rengratiate
e serviateli cum grande humilitate..

 

" Il Cantico Delle Creature " è fra i testi più antichi della nostra letteratura, scritto dal Santo, probabilmente due anni prima della sua morte, anno 1226.
Il Cantico è una preghiera, ma anche una lode a Dio, a tutto il creato con tutte le sue creature che Lui, umilmente, chiama sorelle o fratelli.
Ha anticipato, San Francesco, il concetto moderno per cui non è la vita che gira attorno all'uomo, ma l'uomo gira attorno al concetto di vita, divenuta sua realtà, insieme a tutte le creature dove è riflessa l'immagine del suo Creatore.

 

Ora un'immagine cara a molti, con parole ed insegnamenti per una buona vita, che commuovono.

 

Papa Santo Giovanni XXIII°

 

 

“ SOLO PER OGGI “

 

" Solo per oggi cercherò di vivere alla giornata senza voler risolvere i problemi
della mia vita tutti in una volta.
Solo per oggi avrò la massima cura del mio aspetto: vestirò con sobrietà, non alzerò la voce, sarò cortese nei modi, non criticherò nessuno, non cercherò di migliorare o disciplinare nessuno tranne me stesso.
Solo per oggi sarò felice nella certezza che sono stato creato per essere felice non solo nell'altro mondo, ma anche in questo.
Solo per oggi mi adatterò alle circostanze, senza pretendere che le circostanze si adattino ai miei desideri.
Solo per oggi dedicherò dieci minuti del mio tempo a sedere in silenzio ascoltando Dio, ricordando che come il cibo è necessario alla vita del corpo, così il silenzio e l'ascolto sono necessari alla vita dell'anima.
Solo per oggi, compirò una buona azione e non lo dirò a nessuno.
Solo per oggi mi farò un programma: forse non lo seguirò perfettamente, ma lo farò. E mi guarderò dai due malanni: la fretta e l'indecisione.
Solo per oggi saprò dal profondo del cuore, nonostante le apparenze, che l'esistenza si prende cura di me come nessun altro al mondo.
Solo per oggi non avrò timori. In modo particolare non avrò paura di godere di ciò che è bello e di credere nell'Amore.
Posso ben fare per dodici ore ciò che mi sgomenterebbe se pensassi di doverlo fare tutta la vita. "
( Dal Web )

 

Dall'Occidente andiamo all'Oriente dove Tenzin Gyatso, il XIV Dalai Lama, nel 1989 Premio Nobel per la Pace, trasmette il suo pensiero sulla vita di oggi, puntando il dito sui tanti pericoli che possono deteriorarla.

 

XIV°  DALAI  LAMA

 

 

" Mentre il ventunesimo secolo è già iniziato, scopriamo che il mondo è diventato più piccolo e che i popoli della terra formano quasi una sola comunità. Ci uniscono i gravi problemi che abbiamo di fronte: la sovrappopolazione, l'esaurimento delle risorse naturali e una crisi ambientale che minaccia l'aria, l'acqua, gli alberi e il vasto numero di meravigliose forme di vita che costituiscono il reale fondamento dell'esistenza su questo piccolo pianeta che condividiamo. Io credo che per affrontare queste sfide dei nostri tempi, gli esseri umani debbano sviluppare un maggior senso di responsabilità universale. Ognuno di noi deve imparare a lavorare non solo per se stesso, per la propria famiglia o per il proprio paese, ma per il beneficio di tutta l'umanità. La responsabilità universale è la vera chiave della sopravvivenza umana. " ( Dal Web )

Il suo pensiero, la sua fede, le sue parole hanno raggiunto culture molto lontane dal suo mondo.

 

Martin Luther King

“Abbiamo imparato a volare come gli uccelli, a nuotare come i pesci, ma non abbiamo imparato l'arte di vivere come fratelli.“  

 
 

 
 

Noi viviamo collegati a  televisione, computer, cellulari, a tutte le comodità che abbiamo, siamo interessati ad ogni innovazione tecnologica, il nostro affanno è “ avere, possedere “. Dimentichiamo questa vita  per cui aggiungo due immagini.

 

 

L’osserviamo, non c’è bisogno di tante parole, da qui capiamo che non abbiamo imparato a vivere come fratelli e, questo, è solo un piccolo e semplice esempio.

 

 

NELSON  MANDELA

 

 

“ LA MEDITAZIONE “

 

La nostra paura più profonda
 non è di essere inadeguati.
 
 La nostra paura più profonda,
 è di essere potenti oltre ogni limite.
 
 E' la nostra luce, non la nostra ombra,
 a spaventarci di più.
 
 Ci domandiamo: ' Chi sono io per essere brillante,  pieno di talento, favoloso? '
 
 In realtà chi sei tu per NON esserlo?
 
 Siamo figli di Dio.
 
 Il nostro giocare in piccolo,
 non serve al mondo.
 
 Non c'è nulla di illuminato
 nello sminuire se stessi cosicché gli altri
 non si sentano insicuri intorno a noi.
 
 Siamo tutti nati per risplendere,
 come fanno i bambini.
 
 Siamo nati per rendere manifesta
 la gloria di Dio che è dentro di noi.
 
 Non solo in alcuni di noi:
 è in ognuno di noi.
 
 E quando permettiamo alla nostra luce
 di risplendere, inconsapevolmente diamo
 agli altri la possibilità di fare lo stesso.
 
 E quando ci liberiamo dalle nostre paure,
 la nostra presenza
 automaticamente libera gli altri
.

 

 

QUALCHE AFORISMA SULLA VITA

 
Cesare Pavese: A che serve passare dei giorni se non si ricordano?
 

Marcel Proust  : A partire da una certa età, per amor proprio e per furberia, le cose che desideriamo di più sono quelle a cui fingiamo di non tenere.

 

Nelson Mandela Non c’è passione nel vivere in piccolo, nel progettare una vita che è inferiore alla vita che potresti vivere.

 
Friedrich Nietzsche: Da quando ho imparato a camminare mi piace correre.
 

Woody Allen: È assolutamente evidente che l'arte del cinema si ispira alla vita mentre la vita si ispira alla TV.

 

ANTONIO LIGABUE

 

 

''Questa è la mia vita... tieniteli tu i consigli, io non l'ho capita.''

 

Frase di Luciano Ligabue sullo strano mistero della vita. Naif nella sua espressione anche poetica , traccia una linea semplice ed essenziale sul suo concetto dell’esistenza.

 

 

Non è l’uomo il centro della vita, è inserito in un CREATO complesso, nato dai quattro elementi : aria, acqua,terra e fuoco.

 

Dipinto di Rassouli

 
 

Umberta Ortelli.

 

" I QUATTRO ELEMENTI  "

 

Illimitata lontananza di tempo.

Vortici di vento

muovono un'aria ancor pura,

racchiude elementi in embrione.

Caos,

irrompi come lava trascinante

terra, acqua, fuoco.

 

Ordine,

si stabilizza al centro di un universo

dove ribollente inquieta terra

beve

fresca trasparente acqua.

Fuoco arde

con mobile fiamma che ondeggia

stellando  scintille.

 

Puro soffio dall'alto discende

con armonia fonde ogni insieme,

l'uno all'altro,

per mistero mai svelato.

Nel grande silenzio

 della creazione

nasce la

Vita.

 

 
 
 
 

 

 
 

Universo, uomo, natura, sono anelli della grandiosa opera che è il mistero della vita.
Esiste uno stretto legame, dipendenza reciproca,  fra noi umani e tutte le altre esistenze : animale, vegetale nonché il cielo, l’acqua e la terra. Tutto ciò che vive ha una sua collocazione, in questo mondo, anche se con ruoli diversi e aspetti diversi. Animali, piante, nascono, crescono, vivono, soffrono finiscono come tutto ciò che è soggetto alle leggi della materia, noi compresi. Devono essere rispettati, protetti, come noi sono stati creati con una peculiare energia vitale, un’istintività che permette loro di organizzare il modo di vivere, sopravvivere, riprodursi.
Siamo consapevoli come il mondo della natura non sia gestito in modo ottimale.
Da un lato si altera inquinando, abbattendo facendo estinguere particolari specie di animali e piante. A nulla valgono i vari appelli lanciati da più parti. Da altro lato tutto nasce e prolifera in modo indiscriminato, senza controllo distruggendo ogni opera dell’uomo, opera che serve per il suo sostentamento.
E’, quest’ultimo un fattore, non molto evidenziato che determina, in particolari luoghi, la fame nel mondo e la povertà estrema.
Risorse naturali che non vengono sfruttate, coltivate, protette,usate con equilibrio  per soddisfare i tanti bisogni vitali dell’umanità e di tutto quanto, su questo pianeta, vive e vegeta.

 
 

 
 

Josephine Wall

 
 

 
 

Il  CIELO

 

Il cielo è l’immensità in cui ci si immerge quando il nostro animo si distacca dal confine che delimita il vivere e il pensare. E’ l’immenso, ogni oltre dimensione e tempo, che non conosciamo e con difficoltà concepiamo nel nostro umano limite.

 
 

Dipinto di Braida

 

Come non ricordare,osservando il cielo :

 
 

 
 

GIACOMO  LEOPARDI

 
 

 
 
“  L’ INFINITO “
 

«Sempre caro mi fu quest'ermo colle,
 e questa siepe, che da tanta parte
 dell'ultimo orizzonte il guardo esclude.
 Ma sedendo e mirando, interminati
 spazi di là da quella, e sovrumani
 silenzi, e profondissima quïete
 io nel pensier mi fingo, ove per poco
 il cor non si spaura. E come il vento
 odo stormir tra queste piante, io quello
 infinito silenzio a questa voce
 vo comparando: e mi sovvien l'eterno,
 e le morte stagioni, e la presente
 e viva, e il suon di lei. Così tra questa
 immensità s'annega il pensier mio:
 e il naufragar m'è dolce in questo mare»

 
 

 
 

IL  MARE

Seduta sulla prua della mia barca, ricordi di anni da tempo trascorsi, immersa e sospesa fra l’azzurro del cielo e quello più cupo,leggermente increspato,del mare, mi sento complice del connubio fra questi due elementi che si uniscono all’orizzonte lontano. Elementi che vibrano all’unisono : si rabbuia l’uno, s’incupisce l’altro, il primo fa tempesta, il secondo scatena tutta la sua forza con alte, paurose onde pronte ad inghiottire terra e uomini. La barca avanza silenziosa e veloce, con una rotta ben precisa. L’acqua batte dolcemente le sue fiancate con un fruscio che, stranamente, paragono a quello delle lunghe gonne di seta delle donne dell’ottocento.

 
 

Dipinto di Braida

 
 

 
 
George Byron  da:  "Ondeggia Oceano" .      ...cosa mi piace del mare? Mi piace l'assoluta semplicità. Ecco cosa mi piace.
 Quando sei in mare la tua mente è sgombra, libera da qualsiasi confusione, sei concentrato.
 Ad un tratto la luce diventa più nitida, i suoni sono più ricchi e tu sei invaso dalla profonda, potente presenza della vita...
 ...Il tempo non lascia traccia sulla tua fronte azzurra. Come ti ha visto l'alba della Creazione, così continui a essere mosso dal vento.
 E io ti ho amato, Oceano, e la gioia dei miei svaghi giovanili, era di farmi trasportare dalle onde come la tua schiuma; fin da ragazzo mi sbizzarrivo con i tuoi flutti, una vera delizia per me.
 E se il mare freddo faceva paura agli altri, a me dava gioia, perché ero come un figlio suo, e mi fidavo delle sue onde, lontane e vicine, e giuravo sul suo nome, come ora... “
  (  Dal Web )
 
Edward Bunker  da : "Come una bestia feroce".  “ Spesso mi ritrovo ad osservare gli umori cangianti del mare. Le acque sono quasi sempre trasparenti come quelle di un acquario, e si allungano immobili come nulla al mondo, quasi il mare stesso riposi nel sole.
 A volte un vento caldo lo risveglia, e le onde rotolano una sull'altra in una gara verso la costa, la schiuma bianca esplode come una risata mentre si fermano sulla spiaggia prima di ritrarsi.
 Di quando in quando, in inverno, giunge un vento freddo e il mare reagisce con rabbia, digrignando i denti candidi, contorcendosi, facendosi nero in volto e scaricando furiosi manrovesci sulla spiaggia.”
( Dal Web )
 

Giovanni Verga  da : "I malavoglia". “...Soltanto il mare gli brontolava la solita storia lì sotto, in mezzo ai fariglioni, perché il mare non ha paese nemmen lui, ed è di tutti quelli che lo stanno ad ascoltare, di qua e di là dove nasce e muore il sole, anzi ad Aci Trezza ha un modo tutto suo di brontolare, e si riconosce subito al gorgogliare che fa tra quegli scogli nei quali si rompe, e par la voce di un amico... ( Dal Web )

 

Cristoforo Colombo : “ ..la lingua non è sufficiente a dire e la mano a scrivere tutte le meraviglie del mare..( Dal Web )

 
 

 
 

EMILY DICKINSON

MARE

 

Come se il mare aprendosi
 svelasse un altro mare,
 e questo un altro ancora,
 e i tre
 presagio fossero
 d'infiniti mari
 mai toccati da riva
 
 questo è l'eternità.

 
 

 
 

FEDERICO GARCÌA LORCA

CONCHIGLIA

 

M'hanno portato una conchiglia.
 Dentro le canta
 un mar di mappa.
 Il cuore
 mi si riempie d'acqua
 con pesciolini
 d'ombra e d'argento.
 M' hanno portato una conchiglia.

 
 

 
 

LUCIANO SOMMA

DOVE TI ERI CACCIATO

 

Ti cercammo

Il mare furioso

Aggrediva

Con l'alta marea

Un po' tutto al passaggio

Un'onda maligna

Rubava alla spiaggia

Non solo l'infanzia

Ma anche i trastulli dei bimbi

Sotto un apatico cielo

Anche l'aria si fece di gelo

Ti cercammo

Ma dove diavolo ti eri cacciato

Mio Dio?

 
 

 
 

Nella pittura ci conduce mirabilmente all’immagine del mare :

 
 

SANDRO  BOTTICELLI

LA NASCITA DI VENERE ( 1483 / 85 )

 
 

La meravigliosa dea Venere, nella sua pudica nudità, sorge,  dalle onde marine, su una conchiglia. E’ sospinta, dal soffio di Zefiro, sulla riva dell’isola cara alla dea : Cipro. Il dipinto, con colori luminosi e linee delicate, esprime il concetto di amore come energia vitale verso la natura e la vita.

 
 

 
 

LA TERRA

La buona terra, le verdi vallate, le dolci colline,  le maestose montagne, ecco il nostro pianeta. Armonia e dissonanza di profili, colori, tutto permeato dall’odore intenso del suo humus.
Sono flash che appaiono veloci dai tanti panorami visti, da tutte le volte che ci siamo soffermati ad ammirare la grandiosità di questa natura creata per la vita di tanti esseri. Sulla terra tutto muore, tutto rinasce. Noi uomini, che ci sentiamo grandi, siamo fatti dei suoi stessi elementi e a lei torneremo alla fine del nostro percorso, lasciando le nostre impronte sulla terra.

 
 

Dipinto di Marinosci F.

 
 

 
 

Cesare Pavese

da Gente spaesata

 

Vedo solo colline e mi riempiono il cielo e la terra
 con le linee sicure dei fianchi, lontane o vicine.
 Solamente, le mie sono scabre, e striate di vigne
 faticose sul suolo bruciato. L'amico le accetta
 e le vuole vestire di fiori e di frutti selvaggi
 per scoprirvi ridendo ragazze più nude dei frutti.
 Non occorre: ai miei sogni più scabri non manca un sorriso.
 Se domani sul presto saremo in cammino
 verso quelle colline, potremo incontrar per le vigne
 qualche scura ragazza, annerita di sole,
 e, attaccando discorso, mangiarle un po' d'uva.

 

 

 

 

Alessio Brandolini

Lieto Colle

 

E' come se fossi arrivato
troppo tardi, mi dico
mentre falcio l'erba alta
o annaffio gli ulivi
che hanno appena un anno
piantati con mio padre
dopo aver strappato alla terra
quelli morti, o ammalati.

È come se fossi inchiodato
allo stesso divisorio orientale
o al grattacielo americano
che si disintegra con un boato.

Solido e impenetrabile
calcificato dalla storia
però ugualmente
cito a memoria
i passi lunghi
i più importanti
di questa insolita
ma ben salda deriva.

La promessa è lo stupore
di un solco
preciso e profondo
tracciato non nella polvere
ma nella realtà, nel presente
di questo paterno terreno.
Come se a sorpresa
fosse arrivata
l'ora della semina.

 
 

 

 

Un forte richiamo alla terra, nell’arte, lo infonde Sandro Botticelli con il suo dipinto: “ LA PRIMAVERA “, titolo che non è stato dato dal sommo artista, ma è stato attribuito al Vasari in base alla descrizione fattane.

Tralascio tutte le implicazioni di carattere storico, politico, filosofico dell’epoca. Osservo il dipinto nel suo insieme.
La scena si svolge in un boschetto, dagli alberi pendono pomi maturi, le figure avanzano quasi danzando su un prato dove c’è ricchezza di piante e fiori, il cespuglio di mirto dietro Venere. Accanto a lei avanza, leggera, in punta di piedi, Flora, ha in grembo copiosità di fiori. La Primavera è il trionfo della rigogliosità della terra.

 
 

 

Il   REGNO VEGETALE

 

Esiste un legame tra l’uomo ed il regno vegetale per corresponsione  dell’organismo umano a quello della pianta.
La radice che affonda, si sviluppa nel terreno, avverte l’ambiente circostante anche esterno, il cambio climatico, quanto favorevole possa essere il suolo. Si dirama, cerca allungando le sue propaggini, difende la pianta. All’avvicinarsi dell’inverno chiama a sé tutta la linfa conservandola per il risveglio. E’ l’intelligenza della pianta, nell’uomo è il cervello. Rami, foglie sono preposti alla respirazione, trasportano,con la linfa, il nutrimento sino al germoglio che sta per spuntare, nell’uomo cuore, polmoni, sangue. Infine il fiore, il frutto, il seme, atti alla riproduzione e al mantenimento della specie, sono, nell’uomo, gli organi riproduttivi. Le piante sentono, ascoltano, approvano o disapprovano la vicinanza di altre piante,osservandole  ce ne accorgiamo. Hanno una loro energia che influenza la psiche umana, si percepisce, ad esempio, camminando in un bosco, toccando i tronchi degli alberi, sdraiandoci nell’erba. Bisogna amare le piante, vivono ,soffrono, non solo ciò che è camminante, su questa terra, ha vita.

 
 

 
 

R. Battaglia, "La capanna incantata"  : “ Tanti anni fa, la gente, prima di entrare nel bosco a cercare i funghi, si toglieva il cappello, si inginocchiava e recitava una preghiera. Oggi i boschi vengono deturpati dall'uomo, gli alberi intristiscono e muoiono prima del tempo. “ ( Dal Web )

 
A de La Tour Chambley : “ Quando si ama, la natura non è più un mistero. “ ( Dal Web )
 
 

 
 

Eugenio Montale

Meriggiare pallido e assorto

Meriggiare pallido e assorto
presso un rovente muro d’orto,
ascoltare tra i pruni e gli sterpi
 schiocchi di merli, frusci di serpi.
 
Nelle crepe del suolo o su la veccia
spiar le file di rosse formiche
ch’ora si rompono ed ora s’intrecciano
a sommo di minuscole biche.
 
Osservare tra frondi il palpitare
lontano di scaglie di mare
mentre si levano tremuli scricchi
di cicale dai calvi picchi.
 
E andando nel sole che abbaglia
sentire con triste meraviglia
com’è tutta la vita e il suo travaglio
in questo seguitare una muraglia
che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia.

 
 

 
 

Walt Witman

 

(Leaves of grass)

 

Io penso che una foglia d'erba non sia affatto
da meno della quotidiana fatica delle stelle,
E la formica è altrettanto perfetta, al pari di un
granello di sabbia o dell'uovo di uno scricciolo,
E la piccola rana è un'opera d'arte simile alle
più famose,
E il rovo rampicante potrebbe ornare gli spazi eterei,
E la giuntura più piccola della mia mano
la più perfetta macchina può deridere,
E la mucca che rumina a capo chino supera
qualsiasi monumento,
E un topo è un miracolo tanto grande
da convincere sestilioni di scettici.

 
 

 
 

Franco Facchini

 

Da:  Poesie della terra

 

Gli alberi sono così moderni
da sembrare antichi pensieri
piantati nel respiro, eterni,
persi nella somiglianza, aperti
all'estremo margine del tempo.

 
 

 
 

Dipinto di Antonine Prochazka

 
 

R. Battaglia, "Un cuore pulito" : “ C'è un luogo dove la pace della natura filtra in noi come la luce del sole tra gli alberi. Dove i venti ci comunicano la loro forza e gli affanni si staccano da noi come foglie. Non è difficile arrivarci: basta guardarsi dentro e avere un cuore pulito. “ ( Dal Web )

 

 
 

Gabriele   D'annunzio

 
 

 
 

La pioggia nel pineto

 

Taci. Su le soglie
del bosco non odo
parole che dici
umane; ma odo
parole più nuove
che parlano gocciole e foglie
lontane.
Ascolta. Piove
dalle nuvole sparse.
Piove su le tamerici
salmastre ed arse,
piove sui pini
scagliosi ed irti,
piove su i mirti
divini,
su le ginestre fulgenti
di fiori accolti,
su i ginepri folti
di coccole aulenti,
piove su i nostri volti
silvani,
piove su le nostre mani
ignude,
su i nostri vestimenti
leggeri,
su i freschi pensieri
che l'anima schiude
novella,
su la favola bella
che ieri
t'illuse, che oggi m'illude,
o Ermione.
 
Odi? La pioggia cade
su la solitaria
verdura
con un crepitio che dura
e varia nell'aria secondo le fronde
più rade, men rade.
Ascolta. Risponde
al pianto il canto
delle cicale
che il pianto australe
non impaura,
né il ciel cinerino.
E il pino
ha un suono, e il mirto
altro suono, e il ginepro
altro ancora, stromenti
diversi
sotto innumerevoli dita.
E immensi
noi siam nello spirito
silvestre,
d'arborea vita viventi;
e il tuo volto ebro
è molle di pioggia
come una foglia,
e le tue chiome
auliscono come
le chiare ginestre,
o creatura terrestre
che hai nome
Ermione.

 Ascolta, Ascolta. L'accordo
delle aeree cicale
a poco a poco
più sordo
si fa sotto il pianto
che cresce;
ma un canto vi si mesce
più roco
che di laggiù sale,
dall'umida ombra remota.
Più sordo e più fioco
s'allenta, si spegne.
Sola una nota
ancor trema, si spegne,
risorge, trema, si spegne.
Non s'ode su tutta la fronda
crosciare
l'argentea pioggia
che monda,
il croscio che varia
secondo la fronda
più folta, men folta.
Ascolta.
La figlia dell'aria
è muta: ma la figlia
del limo lontana,
la rana,
canta nell'ombra più fonda,
chi sa dove, chi sa dove!
E piove su le tue ciglia,
Ermione.

Piove su le tue ciglia nere
sì che par tu pianga
ma di piacere; non bianca
ma quasi fatta virente,
par da scorza tu esca.
E tutta la vita è in noi fresca
aulente,
il cuor nel petto è come pesca
intatta,
tra le palpebre gli occhi
son come polle tra l'erbe,
i denti negli alveoli
son come mandorle acerbe.
E andiam di fratta in fratta,
or congiunti or disciolti
( e il verde vigor rude
ci allaccia i melleoli
c'intrica i ginocchi)
chi sa dove, chi sa dove!
E piove su i nostri volti
silvani,
piove su le nostre mani
ignude,
su i nostri vestimenti
leggeri,
su i freschi pensieri
che l'anima schiude
novella,
su la favola bella
che ieri
m'illuse, che oggi t'illude,
o Ermione.

 

 
 

E’ tra le più belle e romantiche poesie di D’Annunzio. Il poeta passeggia, con la donna amata , Ermione, in un bosco, nei pressi del litorale toscano. Cade la pioggia estiva, D’Annunzio invita Ermione ad ascoltare, in silenzio, la musica delle gocce che cadono sulle foglie degli alberi, scivolando, poi, come piccoli cristalli sul muschioso terreno. Inebriati dalla pioggia e dalla melodia della natura, si abbandonano al piacere delle sensazioni, si immergono nell’armonia del bosco tanto da penetrare, entrambi trasmutati in creature silvestri, nell’essenza degli alberi che li circondano.

 
 

 
 

Le Tre Grazie di Josephine Wall

 
 

La Natura è femmina e, quindi, ama ornarsi sempre di colori, fiori, frutti, i suoi gioielli, ad ogni stagione. I primi ornamenti della donna, per essere più bella ed attraente, sono stati presi dalla natura. Quante donne, sin dai primordi, si sono agghindate con corolle di fiori variopinti o fatte di edera, ciliegie come orecchini, tralci di fiori fra i capelli e spighe dorate per intrecciarli. Illuminavano il viso, facevano risaltare le spalle e il dècolleté. La scelta era ardua, erano gioielli che si coglievano nei boschi, nei prati, dalla firma prestigiosa: Madre Natura.

 
 

 
 

Di Francesco Barzaghi, ( Milano  1839-1892 ). Esce dall’Accademia di Brera, allievo di Cacciatori, una delle sue prime sculture è : “ La Dea Dei Fiori “ presentata alla mostra di Parigi nel 1867. La figura  ha linee morbide, da vergine i seni, da donna matura il ventre ornato,quasi pudicamente ma con malizia, da un tralcio di fiori. Sui capelli ha già una corolla di fiori, ma altra ne regge in alto come a voler scegliere.

 
 

 
 

Antonio Bottinelli (1827-1898 ) : a Genova, nella Galleria  D’Arte Moderna, si ammira la sua: PRIMAVERA

 
 

 
 

Bellissima scultura in marmo bianco, permeata di una sensualità quasi indossata con provocante indifferenza. Piene  e carnose le rose che nascondono la delicata rotondità del seno. Sui capelli una treccia di fiori simbolo dell’innocenza  della giovane fanciulla. Avvincente contrasto artistico.

 
 

Immagine da “ Ginevra 2000 “

 
 

Pam Brown

 

Crescono tra la desolazione.

Nascondono le cicatrici della guerra.

Offrono asilo al disperato.

Portano speranza a chi è ferito o ammalato.

Confortano i familiari del defunto.

Esprimono il ricordo.

Rallegrano i cortili delle città e i giardini dei paesi.

Sfidano la macchina.

Sono luce nel buio.

Sono la promessa del rinnovamento.

Sono la vita!

 
 

 
 

I Floralia o ludi florales, vennero istituiti per oracolo della Sibilla nel 238 a.C. (Plinio, Nat. Hist. XXVIII, 69). furono dedicati alla dea Flora, protettrice dei boccioli di fiori, perché garantissero una stagione feconda seguita da ottimi raccolti; inizialmente furono dimenticati, divennero annuali, in seguito, o a causa di alcuni anni di scarsi raccolti, attribuiti proprio al fatto di avere trascurato la festa che, dal 174, si celebra dal 28 Aprile al 3 Maggio. ( Dal Web )

 

Tante sono le leggende sui fiori che sono importanti per noi in quanto esprimiamo,attraverso un omaggio floreale, ciò che, spesse volte a parole è difficile dire, oppure lasciano un tangibile ricordo del nostro pensiero... Durerà quanto la vita di un fiore.

 
 

Il Gelsomino

 
 

 
 

Una leggenda narra che i Gelsomini fossero una pianta di esclusiva proprietà della Famiglia dei Medici e venivano coltivati soltanto nei loro giardini. Un giovane giardiniere rubò una pianta e la regalò alla sua fidanzata, che la mise in terra e la accudì con tanto amore che essa crebbe e fece tanti fiori meravigliosi. I due fidanzati si sposarono e vissero felicemente, diffusero la coltivazione del fiore e l’usanza di regalarlo alle giovani spose come segno di buon augurio. ( Dal Web )

 

 
 

Il Narciso.

 
 

 
 

La mitologia greca ci tramanda che Narciso era un giovane d’incantevole aspetto ma  duro di cuore. Una ninfa, indispettita per essere stata respinta, decise di vendicarsi. Lo portò a specchiarsi in un lago, ed egli, vedendosi riflesso sull’acqua si innamorò perdutamente della sua immagine convinto che fosse quella di una ninfa bellissima. Quando l’acqua del lago si increspò, l’immagine di Narciso scomparve ed egli, convinto di aver perso la sua amata, si gettò nel lago disperato e annegò. Cupido trasformò il giovane in un fiore che chiamò Narciso, affinché tutti ricordassero le disgrazie cui porta la vanità e l’egoismo. ( Dal Web )

 

 
 

La Rosa

 
 

Fotografia di Umberta Ortelli

 
 

La rosa è considerata la regina di tutti i fiori. Ne esistono innumerevoli specie : rose antiche, rose inglesi, rose create con studiati incroci che portano nomi di personaggi illustri, omaggio a donne famose, rose dai più svariati colori e stupende sfumature. Per quanto bella  ogni rosa,però,ha le sue spine...!!

La rosa è il fiore della Madonna, ha anche un significato mistico.

Nel linguaggio dei fiori una rosa rossa è sempre simbolo di amore:  un bocciolo di rosa rosso vuol dire "Sei pura ed amorevole", la rosa rossa vuol dire “ Amore e passione “. Una rosa bianca dice "Sono degno di te"; una rosa gialla è un'accusa per un amore che sta affievolendosi ed una dichiarazione di gelosia. Ogni varietà di rosa trasmette un messaggio diverso. ( Dal Web )

 
 

 
 

Giovanni   Stanchi  detto  Dei Fiori ( 1608-1673 )

Natura morta : “ Rose in un paesaggio “

 
 

 
 

 
 

Il  REGNO  ANIMALE

 
 

Esiste  una linea di demarcazione netta fra uomini e animali?
 Non direi in quanto grande è la somiglianza tra l’uomo e loro, nei pregi e nei difetti, tanto che il primo dovrebbe mettere da parte il senso di superiorità, padronanza e potenza che sente di avere su di essi.
L’uomo ha di certo facoltà maggiori, razionalità, azione, volontà, ma bisogna  evidenziare che non sono da meno gli animali che ne posseggono, ad esempio, di più in confronto  a un bambino oppure a un  umano che è impedito nel corpo o nella mente. E’ grazie a queste provate facoltà che ci si affida agli animali nelle vicissitudini della vita, nei cataclismi naturali, nelle difficoltà di azione per salvare vite umane o per recuperare chi, purtroppo, non si trova più. Moltissime volte abbiamo visto, attraverso un teleschermo, scene commoventi dove l’uomo si ferma e chi và avanti è il cane, per esempio. Hanno i loro diritti,vengono sempre rispettati? Molti : “ Mea culpa “ si devono fare davanti a due occhi buoni, fedeli, imploranti che ci guardano. Non lo si avverte sempre, ma, specialmente gli animali domestici, gioiscono, soffrono con noi, assorbono i nostri pensieri, modi di fare, captano tutti gli avvenimenti della nostra esistenza, spesso si accoccolano accanto a noi per far sentire il loro affetto e consolarci.

 

 
 

 
 

Pablo Neruda

Ode al gatto

 

Gli animali furono

imperfetti lunghi

di coda, plumbei

di testa.

Piano piano si misero

in ordine.

Divennero paesaggio,

acquistarono nèi, grazia, volo.

Il gatto,

soltanto il gatto

apparve completo

e orgoglioso:

nacque completamente rifinito,

cammina solo e sa quello che vuole.

 
 
 

 

 

Gianni Rodari

Il giornale dei gatti

 

I gatti hanno un giornale
 con tutte le novità
 e sull'ultima pagina
 la "Piccola Pubblicità".
 
 "Cercasi casa comoda
 con poltrone fuori moda:
 non si accettano bambini
 perché tirano la coda".
 
 "Cerco vecchia signora
 a scopo compagnia.
 Precisare referenze
 e conto in macelleria".
 
 "Premiato cacciatore
 cerca impiego in granaio."
 "Vegetariano, scapolo,
 cerca ricco lattaio".
 
 I gatti senza casa
 la domenica dopo pranzo
 leggono questi avvisi
 più belli di un romanzo:
 
 per un' oretta o due
 sognano ad occhi aperti,
 poi vanno a prepararsi
 per i loro concerti.

 

 
 

 
 

Paola Durantini

 
 

 
 

Dedicata a Thomas

 

Te guardo… addormito su quer letto

tutto allungato… pari un agnolètto.

Co’ l’occhi gialli, come gocce d’oro…

tu resti zitto… senza ‘na parola.

Attento, tu m’osservi si lavoro,

si piagno, rido, oppuro si so sola…

 

“E sempre… lui davero me conzola!”

E’ un amore che dura pe’ ‘na vita

e puro quanno lei sarà finita...

io nun te scorderò…’Sto bonifìcio

tu me l’hai dato… e sei solo un micio!

(  Da . “ Partecipiamo “ )

 
 

 
 

Le rappresentazioni dei cani spaziano dalle scene di vita quotidiana all'incarnazione di personaggi simbolici ed allegorici, come Anubi e Cerbero diventati i traghettatori ed i custodi delle anime dei defunti nell'aldilà, figure di cani incarnano le classiche virtù della fedeltà e del coraggio, ma anche i vizi e le passioni umane. Sia nella cultura egiziana che in quella greco-romana spesso i cani, simbolo di estrema fedeltà, erano destinati a perire con i padroni oppure venivano sacrificati nei riti di fondazione delle città per propiziarne la prosperità e l'inattaccabilità, così che, spesso si trovano immagini di cani (in alternativa a leoni e grifoni) sulle mura di cinta delle cittadine, sulle porte di case e palazzi, all’entrata di templi e tombe. ( Dal Web )

 
 
 

 
 

AXEL MUNTHE  :"Il cane è un santo. È schietto e onesto di natura. Sa per istinto quando non è desiderato; se ne sta accucciato quasi immobile per ore, quando il suo re sta lavorando sodo. Ma quando il suo re è triste e preoccupato, allora si alza furtivamente e appoggia il muso sul suo grembo. <<Non angustiarti. Non preoccuparti se tutti ti abbandonano. Andiamo a fare una passeggiata e dimentichiamocene>>!" ( Dal Web )

 
ELIZABETH BARRET BROWNING da "Il mio Cane": "Dopo aver avuto il cuore affranto per ore, approfittai del primo momento di solitudine per piangere molto amaramente. All'improvviso, una testolina pelosa emerse da dietro il cuscino, premendosi contro la mia faccia, sfregando orecchie e tartufo contro di me con sensibile agitazione ed asciugando le lacrime a mano a mano che scendevano". ( Dal Web )
 
J.M. BARRIE: "Gli dico una ventina di volte che è meglio per lui non venire; annuncio con fermezza che non verrà con me. Allora lui crolla sul pavimento... e, con la testa tra le zampe anteriori, mi guarda attraverso le rosse palpebre che rendono i suoi occhi così tristi. Lo fa per un'ora intera, senza batter ciglio, perché sa che con l'andar del tempo mi disarmerà. Il mio cane sa pochissime cose, ma quel poco che sa, lo sa straordinariamente bene. Uno può sgattaiolare dal mio appartamento da un'uscita secondaria, e a volte io stesso mi allontano furtivamente, ma non posso fare a meno di voltarmi a guardare, ed eccolo lì con gli occhi che domandano imploranti: "È un comportamento degno di te?" "Accidenti", dico io, "preparati", o parole che sortiscono lo stesso effetto. “ (Dal Web)
 

 
 

LUCIANO  SOMMA

SU BIANCA E’ CADUTA LA NEVE

 

Bianca sa che il padrone non torna

Ma lo aspetta ugualmente

L’ospedale è a due passi da lei

Come il cibo

Che non vuol mangiare

Perchè la memoria sua è ferma

Alla mano callosa ma buona

Che le carezza la testa

Ed ora che resta?

A che serve il Natale

(perchè sa, lo ha capito

guardando

un albero pieno di luci

ch’è festa)

se il suo amico più caro non c’è

eppure lo cerca caparbia

nel viso di ogni passante

ma l’odore di chi amava tanto

è ormai troppo lontano

l’aria attorno si è fatta di gelo

le si appannano gli occhi

su Bianca è caduta la neve.

 
 

 
 

Molto forte è il senso di maternità negli animali. Le femmine sono gelosissime dei loro piccoli,oltre ad allevarli e proteggerli, insegnano loro i primi passi, aiutano a sviluppare tutte le capacità di apprendimento e cognitive per proseguire, poi, da soli, procurarsi il cibo, difendersi e difendere, cercare il branco a cui aggregarsi, non vivere isolati e prolificare. Hanno un’intelligenza  intuitiva, mossa dall’istinto,ma dietro questo c’è un ragionamento che l’uomo avverte, con esattezza, quale sia, non lo saprà mai. Gli animali hanno una dignità e và rispettata. L’animale vecchio, stanco, giunto vicino alla sua fine si isola, non vuole farsi vedere, dare di sé uno spettacolo pietoso e triste, vuole lasciare il buon ricordo di se stesso ai suoi simili. Và a morire in solitudine non ribellandosi alla sua fine, al compimento del ciclo della sua vita. Forse l’uomo dovrebbe prendere esempio dalla dignità con cui gli animali invecchiano e accettano il loro destino.

 
 
 

 
 

 
 

ROBERTO  ALLEGRI

Protezione

 

Ho la protezione d’un cavallo.
E divento una freccia
che sfida l’eterno.

Mi cullo
nel dondolio dell’andatura
lenta.
M’addormento
al dolce mormorio del
masticar il fieno.
Rinasco
ogni giorno
uomo nuovo.

 
 

 
 

 

 

Profonda e quasi sacra è l’amicizia fra gli animali. Due amici stanno sempre assieme, non si tradiscono, dividono il cibo, cacciano insieme, si aiutano nel difendersi. Nel loro linguaggio c’è lo scambio di comunicazione, intuiscono il reciproco pensiero quando,specialmente per catturare una preda, si muovono in perfetta sintonia. Vengono studiate le loro mosse, gli atteggiamenti, anche il modo di agitare la coda per capire e penetrare nel loro intimo, però è ben chiaro come sia saldo il sentimento che lega due amici.

Amano,hanno momenti di commovente tenerezza, sono fedeli alla compagna,o compagno di vita. Quanti episodi esistono di animali che,perso il partner si intristiscono sino a morirne, esprimono il dolore urlando secondo il loro modo, nulla li può consolare.

 
 

 

 

Molto si scrive e si studia sulla vita di tutti gli animali, e degli insetti, per capirla e osservarla di più.
Sappiamo storie vere, e favole, dove gli animali parlano fra loro trasportandoci nella magia di un mondo che vive in parallelo al nostro,ma presi dall’esistenza  cittadina, da noi stessi, spesso lo dimentichiamo. Vivono su questo pianeta con sentimenti, abitudini, azioni e reazioni, quasi umane.

 
 

 

 

ESOPO

 
 

 
 

Il leone e il toro

 

Un leone da lungo tempo meditava di uccidere un forte toro. Un giorno decise di riuscire nel suo intento con l'astuzia.
Gli fece sapere di aver catturato un montone e lo invitò al banchetto. Aveva preparato tutto per assalirlo, il toro andò all'appuntamento, una volta seduto a tavola vide molte pentole, lunghi spiedi, ma di montone nessuna traccia.
Allora, senza dire neanche una parola, se ne andò. Il leone lo richiamò e gli chiese il motivo del suo comportamento, visto che non gli era stato fatto nessun affronto. E il toro rispose: - Ho una buona ragione per andarmene: vedo tutto pronto per cucinare non un montone, ma un toro
. “ ( Dal Web )

 
G.B.Shaw  :  “La grandezza di una nazione e il suo progresso morale si possono giudicare dal modo in cui essa tratta gli animali.”
 
 

 

 

Gli animali sono natura,tutti hanno il diritto di vivere, avvertono,come noi, i disagi di una terra che  invecchia, si trasforma, del clima che cambia.

Sintetizzano caratteristiche che appartengono anche alla nostra esistenza istintuale. Sono esseri viventi completi, determinati, portatori del loro vissuto, come gli uomini si differenziano gli uni dagli altri. Hanno peculiari individualità, esigenze, abitudini, manifestazioni diverse appartenenti alle varie specie. Gli uomini non hanno,forse, svariate esigenze e abitudini legate al luogo dove nascono e vivono?

Il tempo scandisce i suoi ritmi in ugual misura, sugli umani,sul mondo animale su quello vegetale. Sono ritmi biologici comuni a tutti, sono la vita e la natura è un tutt’uno con lei. Verso di lei si deve prendere coscienza e conoscenza.

E’ solo la coscienza che rende l’uomo un essere superiore, facendogli distinguere il bene dal male , portando l’intelligenza oltre l’intuito, verso orizzonti molto,ma molto più ampi.

 “ Essere superiore “ certo,ma non dimentichi che il diritto alla vita,il diritto alla dignità, peculiare per ogni forma di esistenza, non appartiene solo a lui, ma a tutto ciò che è su questo pianeta. La Natura è, quindi, VITA.

 
 

 

 

Termina qui il mio breve, superficiale curiosare fra le quinte del grande palcoscenico che è la vita.
Riprendo un tema usato all’inizio di questa stesura.
L’uomo è autore, scrive la sua parte, è attore,  recita impersonandosi nelle battute o è un burattino mosso dal filo del destino? E’ un numero, molteplicità nell’unità che si muove nell’armonia dell’universo, ma viene salvaguardata una sua individualità interna alla propria coscienza. La sua vita è fatta di un susseguirsi di istanti, come una retta è un insieme di punti. Passa dall’uno all’altro spesso con abitudine, senza pensare che un’azione determina  una conseguente altra azione.

 
 

 
 

PABLO NERUDA

Ode alla vita

 

Lentamente muore chi diventa schiavo dell’abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero su bianco
e i puntini sulle “i” piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso,
quelle che fanno battere il cuore davanti all’errore
e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo,
chi è infelice sul lavoro,
chi non rischia la certezza per l’incertezza,
per inseguire un sogno,
chi non si permette almeno una volta nella vita
di fuggire ai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge,
chi non ascolta la musica,
chi non trova grazia in se stesso.

Muore lentamente chi distrugge l’amor proprio,
chi non si lascia aiutare,
chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna
o della pioggia incessante.

Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,
chi non fa domande sugli argomenti che non conosce,
chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.

Evitiamo la morte a piccole dosi,
ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore
del semplice fatto di respirare.

 
 

 
 

 
 

Il grande Ugo Foscolo dice: “ La noia proviene o da debolissima coscienza dell'esistenza nostra, per cui non ci sentiamo capaci di agire; o da coscienza eccessiva, per cui vediamo di non poter agire quanto vorremmo.”

 
 

 
 

La vita dell’individuo è un cerchio ben definito, la sua delimitata esistenza personale si inserisce  nell’universalità del concetto vita con il suo vero significato, la vita è al di sopra di noi e, quasi, ci osserva. Osserva questo mondo che pullula di viventi con i loro affanni, con la fretta di consumare giorni, pensano, amano. Si trascinano dietro un pesante zaino pieno di ricordi, la nostalgia di quanto poteva essere e non è stato, chiedendosi inutilmente il perché di questo o quell’altro evento, chiedendosi il senso del proprio andare.

 
 

Dipinto di Rassouli

 
 

Emily Dickinson

IL PASSATO

 

E' una curiosa creatura il passato
 Ed a guardarlo in viso
 Si può approdare all'estasi
 O alla disperazione.
 
 Se qualcuno l'incontra disarmato,
 Presto, gli grido, fuggi!
 Quelle sue munizioni arrugginite
 Possono ancora uccidere!

 

 
 

In quest’epoca tecnologica l’uomo è attorniato da un’incombente cementificazione, distaccato sempre più, non solo dalla natura, ma dal suo IO profondo, dal suo inconscio dibattendosi in un appiattimento, mentale e sentimentale, assorbito dal consumismo, trascinato nell’incomunicabilità e nell’indifferenza  dei molti estranei che lo attorniano.

Tutto questo è mirabilmente raffigurato nel quadro della pittrice:

 
 

ROSY  MANTOVANI

L’Io e l’ESSERE moderno

 
 

L’IO giace ignudo, rattrappito in terra, dimenticato, estraniato dalla vita, ucciso dalla noia, ma può sembrare in attesa di un risveglio. Ai suoi piedi la scena di un gioco violento di bimbi, in fondo il profilo di una città e del camino di una fabbrica che butta fumo verso un cielo grigio. Il progresso che, se mal indirizzato, distrugge l’intimo dell’uomo.

 
 

 
 

EUGENIO MONTALE

Spesso il male di vivere ho incontrato

 

"Spesso il male di vivere ho incontrato:
 era il rivo strozzato che gorgoglia,
 era l'incartocciarsi della foglia riarsa,
 era il cavallo stramazzato…
 Bene non seppi, fuori che il prodigio
 che schiude la divina indifferenza:
 era la statua nella sonnolenza
 del meriggio, e la nuvola, e il falco levato."

 
 

 
 
Il precedente dipinto contrasta con il  bellissimo quadro del:
 
 

GIORGIONE

LE TRE ETA’ DELL'UOMO

 
 

Il giovane assorto nei suoi pensieri riflette, forse sulla vita e su quanto dovrà percorrere. L’arabo è l’uomo maturo, considera i suoi problemi e il cammino che sta percorrendo da individuo che segue le proprie decisioni, i propri pensieri, che costruisce la sua esistenza arricchendosi di esperienze. Infine il vecchio, ha in mano un foglio con segni astronomici, frutto di studi, di quanto ha osservato nel suo passato, rappresenta l’età matura, prodiga di insegnamenti. Il dipinto è dominato da uno squarcio, nella scena, dove si vede un luminoso panorama che non è soffocato da limiti, ma dà ampio respiro con un senso di quiete e serenità, la natura domina con la sua vita.
Diciamo che i due dipinti sono agli opposti. Per offrire una spigolatura di sapere: al quadro del Giorgione viene affiancato un altro titolo: “ I TRE FILOSOFI “.

 
 

 
 

La vita sconfigge la morte.

Chi crede ha una sua spiegazione religiosa : “ L’Aldilà. “ La Vita Eterna.

Chi non crede non può non pensare che, in ogni nostra cellula, vibra una forma di energia, la stessa energia che permea tutto ciò che esiste attorno all’uomo, a cui si unirà abbandonando il corpo materiale. Si trasformerà in nuova energia entrando a far parte di un nuovo ciclo fisico, o librandosi  rapita dalla VITA che tutto trascina con sé, uomo e natura, verso uno spazio infinito e senza tempo. Si potrà, forse, allora sapere cosa è la VITA.

 
 

Dipinto di Josephin Wall

 
 

 
 
Mi piace terminare con un riferimento al mondo del cinema.
 
 

Locandina del bellissimo film di  BERNARDO BERTOLUCCI :  “ IL TÈ NEL DESERTO “

 

Il te nel deserto clicca per ascoltarla

 

Tratto dall’omonimo romanzo di PAUL BOWLES pubblicato nel 2006.
 La fine, ultimi quaranta secondi, chiude il film con queste parole:
Poiché non sappiamo quando moriremo, si è portati a credere che la vita sia un pozzo inesauribile; però tutto accade solo un certo numero di volte...un numero minimo di volte. Quante volte vi ricorderete di un certo pomeriggio della vostra infanzia, un pomeriggio che è così profondamente parte di voi che, senza, neanche riuscireste a concepire la vostra vita,  forse altre quattro  o cinque  volte, forse nemmeno. Quante altre volte guarderete levarsi la luna,forse venti...Eppure, tutto sembra senza  limite”

 
 

 
 

 
 

 
 

Giovanna Li Volti Guzzardi

 

L'INNO ALLA VITA

 

È l’ora di aprire le finestre

e inebriarsi di luce

del giorno appena nato!

I suoi vagiti svegliano la natura

che sbadiglia ai freschi

colori dell’alba.

Inizia il concerto degli uccelli

che si unisce ad altri suoni

che ci accompagneranno festosi

nei passi incerti del nostro

quotidiano affanno,

e la bellezza del creato,

con la sua armonia,

ci prende per mano e ci guida

per i sentieri fioriti

del nostro cammino

nell’abbraccio di Dio.

A volte, si presenta ai nostri occhi

un bosco di spine e rovi

e il vuoto di un precipizio,

un senso di malinconia

invade il nostro cuore

e affranto nel silenzio del dolore

il giorno muore!

 

Ma è l’ora di aprire le finestre

e sentire i vagiti

del giorno appena nato,

cantare con gli uccelli

l’inno alla vita

e cullare il nuovo giorno

con amore infinito!

 
 

 
 

Cristina Pia Sessa Sgueglia

Embrione

 

Non sai

Se mai

Nascerai.

La vita

Che ti si da’

È pura realtà

Embrione

Già vivi…respiri

Ti muovi t’adiri

Con chi spezzerà

Una vita

Che mai nascerà.

 
 

 
 

Cristina Pia Sessa Sgueglia

Quando… e… se… la fede…
 

Quando la fede…

Vacilla dubbiosa

Quando chi crede

Ha rabbia dannosa.

Quando vorresti

Conferme da Dio

Quando funesti

Cominciano gl’ Io.

Quando la vita che fai

Temporeggia sferrante

Quando più niente ti dai

sei solo parola narrante.

Se  Dio raccogliesse il peccare

E se gli uomini dessero luci

Se scaldassero senza bruciare

Quante cose non sarebbero indugi !

 
 

 
 

Cristina Pia Sessa Sgueglia

Symbolum

 

Credo al  creato

D’un cielo stellato

Credo alla vita

A volte tradita

Credo alla terra

Che i cuori rinserra

Credo all’amore

Di nostro Signore

Credo agli errori

Umani terrori

Credo temendo

Al giorno tremendo

Credo!

 
 

 
 

Libera Mastropaolo

L'avventura della vita

 

Ansie, paure, speranze,
svanite presto nell’oblio, per anni,
tanti, forse troppi.
Ma il miracolo preparato,
avviene.
Non sai bene come
e  perché adesso.
La vita segue il suo corso,
come l’acqua,
tenerle testa è dura
ma, il desiderio eluso,
deluso dal caso,
matura.
Sentimenti misti,
inenarrabile gioia:
nuova vita, nuova avventura.

 
 

 
 

Libera Mastropaolo

L'onda della vita

 

Come onda,
la vita segue il mare;
a riva si smorza,
lentamente.
Rincorre sogni,
nelle immense acque,
accompagna il tramontar del sole.
Riposa nella notte
l'onda tersa,
mistero avvolge
nell'eterno sciabordio...
Orma sul lido
riempie d'acqua pura,
colma la vita
di speranza vera.

 
 

 
 

Libera Mastropaolo

Il puzzle della vita

 

I pezzi a ricomporre la mia vita
fan parte di un mosaico troppo grande,
pieno di errori, troppi,
solo errori.
C'è nulla, ormai,
del mondo vero
che ho buttato via,
che può riconciliarmi con la vita;
tutto è perduto
e tutto mi è contrario;
niente e nessuno
sembra più pensare
che sono, anch'io,
del mondo, donna viva.
Eppure la speranza
che, domani,
potrò ricostruire il mio futuro,
non mi abbandona:
approderò,
in porto più sicuro.

 
 

 
 

Luciano Somma

 

MEMORIE D'ALBA

 

Il mio ricordo

gioca a rinverdire

un ieri irripetibile

col desiderio assurdo

di tornare

sulle betulle

della prima infanzia

anche se allora

tuonavano cannoni

ed i cipressi

ne accoglievan morti

ma è solo un attimo

di volontà d'immenso

poi nel voltare pagina

trovo nuovi motivi

per inedite immagini

di altre riflessioni

ora che non ho più

memorie d'alba

 

da MEMORIE D'ALBA OTMA EDIZIONI- MILANO Giugno 1999 

 
 

 
 

Luciano Somma

 

FIGLI

 

Non eravate ancora materia

Eppure vi sentivo ondivaghi

Venire su questa spiaggia

Della mia vita

Ad un breve intervallo

V’incontrai

Polposi frutti

Della nostra carne

Palpitanti

Al ritmico pulsare d’un amore

Ora

Debbo alzarmi sulle punte

Per baciarvi

Miei piccoli giganti

Che a vostra volta

Avete generato

E sento ancor più forte

Il palpitare

Al grido d’un miracolo

La vita.

 

Da IMMAGINI Casa Editrice Menna- Avellino Ottobre 2001

 
 

 
 

Luciano Somma

 

E NON TI ACCORGI

 

Onde di silenzi

Nel grigio

Di giorni di anni

Si stendono a riva

Là dove ogni granello di sabbia

Pietrifica antichi dolori

Che assorbe e l’inghiotte

Nel tempo

E non ti accorgi

Di quello che sta scritto

Nel libro della vita.

La rondine

Ha già costruito il suo nido

Il tuo vicino è morto l’altro ieri

Tuo padre non conobbe la TV

Tu certo non vedrai il duemilacento

Chiuso nel guscio

Della tua conchiglia

Quanto ti costa poco l’egoismo

E non ti accorgi.

 

Da MEMORIE D’ALBA OTMA EDIZIONI- MILANO GIUGNO 1999 

 
 

 
 

Luciano Somma

 

POLVERE DI LUNA

 

…e mi bastò vedere

L’albero nudo

Che in balia del vento

Pareva un crocifisso tremolante

Per capire

La crudeltà del tempo

Nell’autunno

Il mio limite

Umano

Della vita

Di fronte

Ad una maschera di gelo

Malinconia

Del rosso d’un tramonto

Negli occhi che guardavano

Le stelle

Come un sogno

Interrotto all’improvviso

Coperto

Da una polvere di luna.

 

Da L’ALBA DI DOMANI Ed.Noialtri- Pellegrino(Messina) Febbraio 2005

 
 

 
 

Luciano Somma

VITA

 

Pensiero

Nell’immenso arco

Proteso

Tra la terra e il cielo

Vita!

Breve

Come l’attimo

Che sfugge al tempo

Lunga

Come le rughe

Del rimpianto

Sublime

Come una preghiera

In chi ha fede.

Eterna

Come la speranza

Nata

Da un’ illusione!

 

Da LA MIA RICCHEZZA Ed.degli Artisti- Napoli 1971

 
 

 
 

Tiziana Mignosa

 

La vita crea abbracci

 

E’ in questo oscuro tempo

nel suo perpetuo mutamento

che saggiamo la materia

brame e fitte da indossare.

 

La vita crea abbracci

ma anche dolorosi strappi

che smembrano il sentimento

in quel che pare il vile allontanamento.

 

Perfino nella più mediocre delle simulazioni

è un duro colpo che spacca in mille pezzi il cuore

e anche se temporaneo

smisurato è il cruccio che si prova.

 

Da nemica

si traveste allora l’alleata

e nell’incompreso mutamento

ci addestra a setacciare il vero dal suo opposto.

 

Anche nel più infausto degli addii

maestra è sempre l’esistenza

perché chi si ama per davvero

neanche dal miraggio con la falce

potrà mai essere separato.

08 2008

 

 
 

Tiziana Mignosa

 

La vita

 

Stramba appare l’esistenza

quando non l’osservi

con gli occhi del sapere

quando ti toglie tutto come fosse niente

e poi te lo ritorna quando non l’aspetti.

 

Ma come il vento cambia umore al tempo

così la vita alterna l’ammaestramento

quando zuppa

è la spugna della sconfitta

e della bianca bandiera ne hai fatto il motto.

 

Di vellutata bambagia

o d’aculeati pruni

riesce sempre a sbalordire

quando le mani s’ acconcano di piacere

o d’assenza si cristallizzano nel vuoto.

 

Quando maliziosa si concede

donando il gusto pieno del piacere

o quando di sgambetto

affossa il tuo sorriso

inchiodando le lancette alla parete.

 

Diversa

eppure sempre la stessa

la vita che graffia o che accarezza

ci forgia sempre alla bellezza.

 

12 2008

 
 

 

Alessandro Cancian

 

La vita è cattiva

 

La vita è cattiva

quando vuole esserlo

la vita è cattiva

con chi ha deciso di esserlo

 

sono fiamme di rogo e dolore

per molti

quelle che avvampano

all’alba della propria vita

 

è cielo di tormento

e finto azzurro

quello che si stende

bugiardo

sopra l’esistenza di troppi

 

è notte senza stelle

d’inchiostro pesto

quella che attende

a volte troppo presto troppi cuori

alla fine del loro martoriato cammino

 

solo una preghiera,

- io che non riesco più

a trovare più spazio di fiato

da quel giorno

e che troppo mediocre

affermo che la vita è cattiva

a volte, troppo spesso, come adesso:

 

che il buio della morte

misericordioso

vi abbia avvolto in un momento

 

a Ciccio e Tore martiri di una vita cattiva

 
 

 

Mara Faggioli

 

Panta rei

 

Come  il  fremito fugace

all’ombra del respiro mattutino

tra le foglie dorate si disperde,

così noi, metèore passeggere,

in questa vita andiamo

senza lasciar la scia.

E  tutto scorre, passa,

poi finisce, sul filo teso

di un battito di ciglia.

 
 

 
 

Alberto Liguoro

 

L’ABISSO DELLA VITA

 

Nei primi anni di vita

Dandosi qui per scontato

Che poi la vita continua

E continua… e continua…

Conosci qualcuno

Poi conosci nuove persone

Qualcuno già non c’è più

Conosci sempre più

Persone

Alcune avresti voluto non conoscerle affatto

                    Altre conoscerle molto di più

Non offenderle,  almeno

                                                                                      Ma poi

Succede

                 Qualcosa

Poi succedono altre cose

Cambiano, si mescolano, si confondono

I valori e i disvalori

Il piacere e il dispiacere, (poi)

La scorza della vita

È attaccata agli anni

Come la pelle di un albero

Alla sua anima

Ma questo sarà

Il senno di poi

Nel mezzo del cammin di  nostra vita

Nel corpo vuoto

Gradualmente creatosi

Tra la scorza e l’anima

Dov’è il brulicare vorace

Di tutte le rivelazioni e le deviazioni

Le false verità e le vere menzogne

Le consapevolezze e le dissoluzioni

Della vita

C’è un bilanciamento

Tanti sono i vivi

Tanti sono i morti

Per i vivi

Si va dal giubilo al tormento

Dal cinismo alla misericordia

Ed è speculare per i morti

Altrettanto non vedere le persone

Poi

I morti sempre di più

E conosci sempre meno persone

Di quelle già conosciute

Alcune sopravvivono

Curiosamente ai tempi

Stupore – sgomento – rimorsi - rimpianti

Emozioni – illusioni - speranze

Qualcuno ti odia o ti ama e tu ami

O odi indifferentemente

Quindi muoiono anch’esse

Qui conosci sempre più morti

Diminuiscono i vivi

Succedono altre cose

Di nuovo conosci qualcuno

Qualche nuova persona

Vedi

Ma non la conosci

Qualcuno

Ti vede ma non ti conosce

Nessuno più ormai

Della vita

La summa dei tormenti e dei sentimenti

Delle gioie e delle tristezze

Già quale è la summa?

Poi concludi

Che ne hai forse viste troppe

Grande oltre misura

È il peso

Dei vivi e dei morti

Dei vicini e dei lontani

Dei passati e dei futuri

E c’è un grande silenzio

Poi muori

 

E poi

………………

 
 

 
 

Giulia Luigia Tatti

 

Vita

 

Un lungo muro basso,

interrotto  da una sequenza di portoni chiusi

da cui nulla trapela,

se non in quell' istante

nel quale se ne intenda varcar la soglia.

Canti giocosi e nenie per richiamare il sonno

da madre che sostiene e ti rincuora,

dolce il suo volto e trepida, la mano.

Procedi tra speranze e sogni acerbi,

tra provvisorie impalcature e certezze tremolanti,

e pensi al mare: sai della sua esistenza,

della forza impetuosa del suo incedere ondoso

che percuote scogli e scafi.

e il dubbio domani non ti fa paura, se poco dopo,

bonaccia spumosa,

accarezza lieve, e abbraccia, rena ambrata e la ravvolge.

Edere abbarbicate sopra il muro, e ai piedi,

ciuffi di violette profumate e roseti con spine a mille a mille.

Passi senza eco, a volte, scrosci di risa,

e dorsi di colli costeggiati, sferzate di pioggia obliqua,

e sogni... scomposti, che nessun' alba

ha rasserenato o dissolto.

E poi, finisce il viaggio,

tra storie stropicciate, conflitti mai risolti,

e il sole,

non è più che un flebile barlume.

 
 

 
 

Gianna Caiazzo

 

Riflessi sull’acqua.

 

La luna mi osserva dal cielo

e i riflessi delle luci sull’acqua

che tante volte

mi hanno fatto immaginare il mare

mi riportano nei miei sogni passati

quando affacciata alla finestra

respiravo l’aria di questa mia tristezza.

 

 

Gianna Caiazzo 1985

 
 

 
 

MARIA VITTORIA MOROKOVSKI

 

DIALOGO CON LA VITA

 

DOVREI IMBIANCARE LA CUCINA!

MA CHE T’IMPORTA SE VUOI MORIRE?

MI PIACEREBBE LASCIARE TUTTO IN ORDINE!

CHE TI FREGA! CHI VUOI CHE SE NE ACCORGA?

DOVREI LAVARE LE TENDE!

MA SE NON STAI NEPPURE IN PIEDI!

DOVREI ANCHE SPAZZARE IL GIARDINO!

MA NON LO VEDRA’ NESSUNO!

DOVREI TELEFONARE!

MA A CHI VUOI TELEFONARE? NON TI ACCORGI CHE PUZZI DI CADAVERE!

GIA’ PERCHE’ NON MI CHIAMA PIU’ NESSUNO?

SOLO IERI AVEVO TANTA GENTE CHE IN UN MODO O NELL’ALTRO MI PARLAVA!

ORA PUZZI DI CADAVERE TE L’HO DETTO!

PRIMA SPERAVANO CE LA FACESSI?

SI’, FORSE, PRIMA PENSAVANO CE L’AVRESTI FATTA!

COS’E’ CAMBIATO?

HANNO CAPITO CHE NON CE LA FARAI!

MA DIRANNO CHE SONO DEPRESSA!

MA SONO LE LORO REAZIONI CHE MI DEPRIMONO!

MA LORO HANNO CAPITO PRIMA DI TE, SEI TU CHE NON CAPISCI O NON VUOI CAPIRE, CIAO IO ME NE VADO!

ASPETTA! ANCORA UNA PAROLA!

E TU NON TROVARE SCUSE, IMBIANCHERA’ QUALCUN ALTRO, TU

NON BARARE, HAI PERSO E SAI BENE CHE LA GENTE NON AMA I PERDENTI!

AD UNO AD UNO SE NE SONO ANDATI TUTTI, ORA STANNO FUGGENDO, UNO HA DETTO DI STAR MALE, L’ALTRO HA TANTO DA FARE, UN ALTRO DICE CHE SONO TUE FANTASIE, MA NON TI RACCONTA PIU’ NIENTE, TI AVEVANO DETTO DI DARTI UNA MOSSA, TE LA SEI DATA, MA NON E’ BASTATA!

MA IO VORREI STARE CON TE, NON HO VOGLIA DI MORIRE!

POVERA ILLUSA, SEI GIA’ MORTA PER TUTTI, QUANDO MORIRAI DAVVERO NON SE NE ACCORGERA’ NESSUNO E, SOPRATTUTTO NON GLIENE FREGHERA’NIENTE A NESSUNO, TU QUESTO LO HAI CAPITO, TE LO FANNO CAPIRE IN TUTTI I MODI, PERCHE’ TI OSTINI A SPOLVERARE? SEI GIA’ COPERTA DI POLVERE!

MA HO PAURA MI FACCIA MALE!

CREDI FORSE FACCIA PIU’ MALE DI COME TI SENTI ORA?

NON SO!

NON VEDI CHE SI FA VIVO QUALCUNO SOLO SE DICI CHE LO VUOI FARE?

SI FORSE LO DICO PERCHE’ VORREI SPERARE!

TU PROVA A NON DIRLO!

E SENTIRAI L’ODORE DELLA MORTE, IL SILENZIO DELLA MORTE, LA SOLITUDINE DELLA MORTE!

SEI GIA’ MORTA PER TUTTI E TI OSTINI A VIVERE!

E SE VINCESSI?

TORNEREBBERO TUTTI, MA TI ODIEREBBERO PERCHE’ HAI VINTO!

MA NON HO VINTO!

ALLORA SE NE FREGANO, TE L’HO GIA’ DETTO!

CIAO, IO HO ALTRO DA FARE, TU SE VUOI CONTINUA PURE A SPOLVERARE!

MA ALLORA PERCHE’ OGNI TANTO BUSSI?

MA VA SCHERZAVO!

 
 

 
 

MARIA VITTORIA MOROKOVSKI

 

Ce la farai

 

Mi ripeto senza sosta in un misto di preghiera e autosuggestione profana

Ripeto senza sosta Padre Nostri e Ave Marie improvvisati a queste poche parole

Ce la farai

A vivere?

A riconquistare il rispetto degli altri?

A dare un senso alla tua esistenza?

Ce la farai a fare cosa?

Non sei riuscita a farti amare da tuo padre, non ha voluto neppure conoscerti…

Tua madre , forse ti ha amata, certo non ti ha capita e tu non lei hai dato ciò che si aspettava da te

Le hai dedicato la vita, ma non è bastata a renderla felice, né a farti amare come avresti voluto tu

E’ morta nell’equivoco, senza benedirti, forse odiandoti

L’Amore? Forse credevi di non meritarlo

Ti legavi a persone che speravi ti sarebbero state grate di ciò che davi loro

L’Amore te lo volevi conquistare, non ritenevi ti spettasse di diritto

Così hai collezionato legami sbagliati

Nessuno ti ha amata per quello che eri, né per quello che tentavi di dare

Il destino non ti ha offerto incontri miracolosi

Intese spontanee

Attrazioni fatali

Solo amori sofferti, unilaterali forse, certo non costruttivi, anche se stupendi

Nel momento dell’illusione, del desiderio e della fantasia

Progetti a due mancati, attese interminabili, speranze disattese, illusioni pervicaci, convinzioni sbagliate

Ossessioni, tormenti, delusioni non riconosciute come tali, sconfitte innumerevoli senza la capacità di arrendersi

Neppure l’evidenza mi bastava, non i consigli degli amici, non il dolore provato

Avevi diritto ad essere amata

Avevi diritto ad un momento di gioia vera

Ma i tuoi diritti sono stati calpestati

Volevi essere amata per quello che eri, non per quello che avevi

Forse per questo il destino ti ha offerto la possibilità di non avere nulla e stare a guardare

Per vedere se qualcuno ti avrebbe amata anche così

Nuda, sola, non più sana , né bella

Cercavi amore, hai trovato solitudine, indifferenza, sarcasmo,disprezzo, ma tu ti ostini ad aspettare

Sai bene che l’Amore non ti conosce e ha sempre evitato d’incontrarti, volutamente o no non ti è dato sapere

Ce la farò

A fare cosa?

Sei sola, nuda, brutta, malata e ti senti bella dentro

Ma non farmi ridere, ti senti pulita, mentre l’odore della miseria ti si sta appiccicando addosso

Ti senti fortunata, perché non hai fatto del male, mentre l’odio degli uomini e forse anche quello degli dei, ti si sta scagliando contro

Ti senti fortunata per le emozioni, per le sensazioni che provi, ma non ti è permesso condividerle

Quando piangi di gratitudine per una parola buona, la stessa ti viene negata, forse per sempre.

Ce la farò, ripete la mia mente

Cela farò, ripete il mio cuore

A fare cosa?

Forse a farmi amare da Dio, l’unico in cui forse non ho mai creduto davvero, l’unico che non ho saputo amare né capire

Lo imploro di permettermi di morire con dignità

Dopo aver saldato i debiti terreni e portare in cielo i crediti d’amore

Ho debiti di denaro, forse debiti d’umiltà, presunzione pagata a caro prezzo, ma certo, vanto crediti d’amore

I miei errori, le mie prevaricazioni, i miei capricci, erano tutti, sempre e solo, richieste d’amore

Un annuncio, cui pochi hanno risposto

Forse non ho capito, forse non hanno saputo spiegarsi, certo se ne sono andati troppo presto

Prima che potessi intendere il loro amore, se mai c’è stato

Ce la farò, devo farcela

A fare cosa?

A farmi credere? Difficile, contro pregiudizi e autoconvinzioni, la lotta è impari

A pagare i debiti pecuniari? Difficile anche questo, ma possibile, con un pizzico di aiuto del destino, un lavoro e qualche sacrificio, potrei farcela, ma anche questo è nelle mani di Dio

A trovare pace? Forse, pagati i debiti materiali, rassegnata alla solitudine e al non amore umano

Forse potrei continuare a vivere, paga dell’amore animale di spiriti amici e del perdono divino

Che imploro per peccati sconosciuti, forse commessi, inconsapevole marionetta della vita.

 

Qualche commento al problema della vita

 

Ho letto le diverse riflessioni...
come "Giovane" penso sia una riflessione che dovrebbero leggere molti ragazzi, ma
pochi capirebbero davvero! io ci penso quasi ogni giorno, e quindi comprendo e
capisco quello che hai scritto...ma non tutti i ragazzi di adesso lasciano che la loro mente
navighi sul culto della vita.
Molti ragazzi/e non vogliono capire, e non so se...stiano meglio loro, a volte non
comprendere o non voler comprendere è la via più facile, Non per tutti però..
Penso ci sia tanta gente di ogni età, che come me, ha qualcosa da scoprire ed imparare,
imparare che a volte ci sono persone Diverse da altre, con qualcosa in più...
...si cerca sempre di dare un motivo futile alla vita, ma chi davvero ci è riuscito?
a volte con la mamma faccio delle battute e le dico che mi sarebbe piaciuto
nascere Farfalla, bella, colorata, libera e con una vita così breve da assoporare ogni cosa,
ogni ebrezza, ogni soffio di vento che ci possa essere 3 giorni di VITA, e
niente di più.

Vorrei conosere così tante cose, capire, imparare...sulla Vita dell'Uomo e di tutti gli esseri
di qst mondo (e non solo) che a volte pensarci troppo diventa stressante! direi che penso anke per quelle persone che nn lo fanno mai! ahah...CMQ...
Sono belle parole e chi leggerà quello che hai scritto, penso che si possa rispecchiare
nel profondo, se davvero legge con attenzione....

1 Bacio

ALICE AQUILINI
 

 

 

Ho visto la pagina che mi hai segnalato e debbo dire che m'è piaciuta davvero tantissimo sia per i contenuti che per le immagini scelte.

Devo riconoscere che è un bel lavoro e che si vede che Umberta l'ha fatto con competenza, gusto, nonché col cuore ....ingrediente che , di certo, non guasta mai!

Sono veramente grata a Partecipiamo per avermi invitata a partecipare a questa bellissima iniziativa.

Un caro saluto,

tiziana

 

 

Mi complimento con Umberta Ortelli per  la notevole ricerca effettuata e per l'armonia che è riuscita a  creare in questo complesso lavoro  facendone  dono a tutti.

Mi permetto di allegare una poesia come modesto contributo.

Cordialmente

 Mara

 

 

Il lavoro VITA di Umberta Ortelli, qualificato e qualificante, con le sue stupende immagini, le ottime selezioni è veramente un fiore all'occhiello per PARTECIPIAMO, sito che già solitamente pubblica rubriche e quant'altro possa essere di pubblica utilità ed interesse.

Questo mio favorevole commento certamente non è scaturito dalla presenza anche di miei lavori, in altri siti infatti mi è capitato d'imbattermi in miei lavori non sempre posizionati come avrei desiderato, un pò per incompetenza degli estensori un pò purtroppo per superficialità.

Un plauso dunque senza riserve per l'opera omnia ed un invito, nel tempo, alla pubblicazione di altri lavori che sono convinto avranno sempre il pregio della competenza e professionalità.

 

        Luciano Somma

 

 

Gentile signora Umberta,

mi chiamo Gianna e recentemente mi è stato concesso l'onore di una pagina dedicata alle mie poesie in lingua napoletana su "partecipiamo.it"

Voglio farLe i miei complimenti per le Sue poesie, ricche di fascino e sensibilità e per la pagina dedicata alla vita che ha realizzato su questo stesso sito.

Gianna Caiazzo

 
 

Desidero prendere questa opportunita per porgere i miei complimenti e congratulazione ad Umberta Ortelli per il suo impegno e dedicazione nella creazione di questa pagina web.  Mi ha fatto immenso piacere avere la possibilita` di leggere e visualizzare questo capolavoro che lei ha realizzato.

Complimente per il sito Partecipiamo e al bravissimo "Webmaster" Santino Gattuso.
Grazie di tutto...
Con affetto...
 

Tracy Mortillaro
Gloucester, Massachusetts
U.S.A.

 
 

 
 

" Ho letto la pagina di Umberta Ortelli, molto interessante e bella per cui lascio un mio commento. La Vita è come un mosaico fatto di colori, eventi,sensazioni, emozioni, dolori e gioie, é semplicemente : VITA.
Viverla intensamente avvolge nel percorso di un'altra esistenza. "
Gelli Maura

 
 

 
 
 

" Le immagini e le citazioni  in corsivo di questa pagina sono prese dal web. "