Parlo con me stesso,
con la voce che non sapevo
nascosta là dove vado
a cercarti con le nostre
paure.
Mi lascio coinvolto
da vibrazioni lontane,
vicine adesso le assumo,
sciolgono la stanchezza
depositata nella mente,
trasportano lontano
nel luogo che loro conoscono.
E c’è un’immagine del niente:
sei tu quando gridavi
sofferta,
quando non ascoltavi
distratta,
e ti sei fermata per
comprendere
come nel vortice indelebile
siamo esseri paralleli,
si incontrano nella fantasia
dei corpi,
proseguono nel distacco. |